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5 stelle, la rete approva l’espulsione dei dissidenti

di Silvia Renda27 Febbraio 2014
27 Febbraio 2014

_ZIF4827.JPGFuori altri quattro. La decisione dell’assemblea del Movimento 5 stelle, arrivata nella notte di martedì, è stata ieri pomeriggio approvata dalla rete. Con 29.883 voti a favore e 13.485 contrari, il popolo del web asseconda la volontà di Grillo di allontanare dalle schiere del Movimento Francesco Bocchino, Luis Orellana, Francesco Campanella e Lorenzo Battista, rei di aver contestato la sua performance durante il colloquio con il premier Matteo Renzi.

Il prequel. Il leader pentastellato si era presentato all’incontro con il neopresidente del consiglio per volontà del web, che aveva votato a favore di una sua presenza alla consultazione. Ma con uno show durato circa dieci minuti ha palesato la sua volontà di non dialogare con il primo ministro e il comportamento aveva fatto storcere il naso non solo ai militanti, ma anche ad alcuni dei suoi eletti, quattro dei quali hanno firmato un comunicato nel quale contestavano la mossa di Grillo. Immediatamente sul celebre blog è partito l’attacco ai dissidenti. Con il titolo “Fuoco amico” Beppe Grillo riportava il post di un militante genovese, che denunciava la presa di posizione dei quattro grillini.

L’espulsione. Questo martedì 26 febbraio gli eletti 5 stelle si sono riuniti in una camera del Parlamento per decidere se espellere i quattro colleghi. La decisione, trasmessa in diretta streaming, è stata presa tra lacrime, tensioni scontri e urla. L’assemblea ha votato a favore dell’espulsione, lasciando l‘ultima parola alla rete. Grillo ha aperto le votazioni con un post che di certo non faceva alcun tentativo di mistificare quella che era la sua volontà. “Adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto dell’assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti”, ha scritto Grillo sul blog. E ancora:“Si terranno tutto lo stipendio, 20mila euro al mese fanno comodo, capisco anche quello”, affermazione negata da Orellana.
Grillo segna la strada da percorrere e il suo popolo lo accontenta: Bocchino, Orellana, Campanella e Battista devono lasciare il Movimento.

I dissidenti. In principio fu Tavolazzi. Il consigliere ferrarese è stato il primo espulso dei 5stelle su decisione della rete, quando ancora il Movimento non si era insediato a Montecitorio. Dopo di lui in tanti sono stati i caduti colpevoli di aver trasgredito i dictat del capo: Mastrangeli, Gambaro Anitori Zaccagnini Furnari Labriola De Pin, per citare solo quelli che in Parlamento invece ci sono entrati. E all’indomani dalla giornata più tesa per il Movimento le contestazioni sono ancora molte.
C’è chi ha reazioni più moderate come la senatrice marchigiana Serenella Fucksia che non ha votato a favore dell’espulsione, ma rimane “perché vuole migliorare il Movimento dall’interno”. Più radicale l’altra senatrice Alessandra Bencini, che paragona il processo dell’assemblea a quello dell’Inquisizione e consegna le dimissioni. Insieme a lei sarebbero almeno in dieci gli eletti 5 stelle dimissionari che solidarizzano con gli espulsi.

La domanda adesso è cosa ne sarà di loro. Oltre alle due opzioni possibili – entrare a far parte del gruppo misto o abbandonare il Parlamento – infatti, si sta facendo strada una terza eventualità. I dissidenti potrebbero confluire nell’ala civatiana, che può contare già sulle simpatie dei vendoliani di SEL. E Pippo Civati gongola.

Silvia Renda

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