BRUXELLES – Una decisione inaccettabile e una minaccia alla sicurezza della Russia. Sono le parole di Dmitrij Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin, che si scagliano contro l’appello di Kiev per una piena adesione dell’Ucraina alla Nato. La richiesta, durante un vertice dell’Alleanza di oggi, è stata invocata dal ministro degli esteri ucraino come unica vera garanzia di sicurezza per l’Ucraina e per altri Stati.
L’invio di armi e finanziamenti, secondo Kiev, potrebbero quindi non essere sufficienti per garantire la stabilità della regione. Un appello che assume i toni di una rimostranza in seguito all’annuncio del segretario di Stato americano Antony Blinken di un nuovo pacchetto di armi all’Ucraina da 725 milioni di dollari. L’importanza di proseguire una politica di aiuti militari è ribadita dal segretario generale della Nato Mark Rutte, che apre la ministeriale Esteri annunciando: “L’Ucraina ha bisogno di meno idee su come organizzare il processo di pace e di più aiuti militari, per far sì che quando decida di aprire i negoziati sia in una posizione di forza”.
Durante quello che sarà l’ultimo vertice Nato prima dell’insediamento di Donald Trump, il segretario esorta gli alleati a incrementare ulteriormente la spesa per la difesa militare. Una posizione già battuta durante la prima amministrazione del presidente neo eletto. “L’ho ringraziato di nuovo per questo, perché è stato cruciale. Ma dobbiamo fare di più. “Non sarà sufficiente attenersi al 2% del Pil per la difesa perché a lungo termine, ciò significa che la nostra deterrenza non è abbastanza forte se ci atteniamo al 2%”.
Una linea che potrebbe essere condivisa anche dal governo italiano, che sta elaborando un decreto per il decimo pacchetto di armi e equipaggiamenti da fornire all’Ucraina. Gli aiuti a Kiev potrebbero essere assicurati anche per il 2025, secondo quanto rileva la bozza del provvedimento.
Intanto crescono i sospetti su eventuali sabotaggi sulle linee di comunicazione nel Mar Baltico. La Finlandia sta investigando su una nuova rottura di un cavo di telecomunicazione terrestre con la Svezia e Stoccolma. “La polizia finlandese indaga sull’accaduto e, date le circostanze, si sospetta un sabotaggio” ha dichiarato alla Afp il ministro svedese Carl-Oskar Bohlin.