MOSCA – Dopo le accuse contro Kiev per l’attentato al Crocus City Hall di Mosca, la Russia rilancia: l’Ucraina “addestra terroristi in Medio Oriente”. Secondo il direttore dei servizi di sicurezza interni Alexander Bortnikov, lo dimostrerebbe il gran numero di stranieri che combattono con le forze ucraine: “Nazionalisti, mercenari, islamisti che il Paese porta a combattere contro la Russia”.
Ma secondo Kiev “più i russi insistono nell’incolparci più diventa evidente che hanno interessi molto forti in relazione a questo attentato”, ha dichiarato Andrij Chernyak, portavoce dell’intelligence militare ucraina, al Corriere della Sera. E a smentire Putin è anche, paradossalmente, un suo alleato: per il presidente bielorusso Alexander Lukashenko i terroristi responsabili dell’attacco di venerdì sera in un primo momento avevano tentato di fuggire in Bielorussia, e non verso l’Ucraina, come sostenuto dal Cremlino.
Bortnikov, però, non si limita a “confermare la pista ucraina”, ma allarga le responsabilità anche a Stati Uniti e Gran Bretagna, che, secondo le indagini, sarebbero coinvolte nella pianificazione della strage. Insinuazioni “insensate” per il ministro degli Esteri britannico David Cameron, che ha risposto a Mosca con un post su X: “Sosteniamo le dichiarazioni degli Stati Uniti secondo cui l’Isis è l’unico colpevole di questo attacco”, ha scritto. Parole simili a quelle pronunciate dal portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller: “Si tratta solo di propaganda, usata per continuare l’aggressione”.
E i timori americani sono proprio che Putin espanda l’invasione anche ad altri Paesi europei, Polonia e Baltici in primis. Così, mentre il presidente americano Joe Biden torna a definire Putin un “macellaio”, durante un comizio tenuto il 26 marzo nella Carolina del Nord, la tensione tra Nato e Russia resta altissima. E faticano a stemperarla le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, per cui è presto per parlare di “rappresaglia”, visto che “l’inchiesta è ancora in corso”.
In ogni caso, gli Stati Uniti difenderanno “ogni centimetro della Nato”, promette il Pentagono. “La nostra priorità in questo momento è garantire che l’Ucraina abbia ciò di cui ha bisogno sul campo di battaglia”, ha dichiarato la portavoce Sabrina Singh, “ma se un alleato dovesse essere attaccato” gli Usa sarebbero pronti a intervenire.