È morto ieri alle 20:50 Vittorio Sermonti, scrittore, regista, attore e illustre dantista italiano. Aveva 87 anni. Era ricoverato da pochi giorni all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Al 21 novembre risale il suo ultimo tweet: «Cari amici, mi prendo qualche giorno di riposo. I vostri commenti mi faranno compagnia».
La notizia è stata data questa mattina dalla moglie, la poetessa Ludovica Ripa di Meana, e confermata dall’ufficio stampa della casa editrice Garzanti che ha curato l’uscita del suo ultimo libro Se avessero, finalista all’ultima edizione del Premio Strega.
Vittorio Sermonti era un letterato a tutto tondo. Grande conoscitore di musica aveva scritto di Mozart, Lorenzo Da Ponte, Emanuel Schikaneder, Pietro Metastasio, Ettore Petrolini, August Strindberg. Ha pubblicato nel 1983 un saggio sui Mondiali di calcio dell’anno precedente, vinti proprio dalla nazionale italiana.
Ma la sua più grande passione erano Dante e i classici latini. Nel 1987 ha registrato per la Rai la lettura di tutti e cento i canti della Divina Commedia, introdotti da una premessa critica del testo. Concluso il lavoro, nel 1993 iniziò a leggere le opere dantesche in giro per la penisola e fuori (in Svizzera, Spagna, Regno Unito, Argentina, Cile, Uruguay, Israele, Turchia). Dal 2006 si è dedicato alla traduzione e divulgazione dell’Eneide virgiliana.
Amava i classici e voleva trasmettere la passione per la letteratura, specie ai giovani: ha insegnato italiano e latino al liceo Tasso di Roma e tecnica del verso teatrale all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, si è occupato della traduzione di diverse opere (tra le ultime le Metamorfosi di Ovidio). Ma ha anche collaborato con diverse testate, tra cui L’Unità, Il Mattino e il Corriere della Sera.
È stato un grande regista radiofonico. Nella sua lunga carriera (centoventi regie circa) ha collaborato con attori del calibro di Vittorio Gassman e Carmelo Bene.
Se avessero racconta del fratello Rutilio, fondatore del Msi, e parallelamente della sua esistenza d’intellettuale anomalo. È stato il suo “testamento”: «l’opera ultima», così definisce l’autobiografia nel sottotitolo.
Gallery a cura di Fabio Simonelli con foto ANSA