È morto ieri notte Alfredo Reichlin, storico dirigente del Pci. Aveva 91 anni. Uomo di ferrea fedeltà, partigiano convinto, Reichlin rappresentava la storia politica italiana. Nato a Barletta, da Pietro ed Elisabetta Lauro, si trasferì presto a Roma seguendo i suoi genitori. Da giovane prese immediatamente parte alle battaglie della Resistenza, associandosi alle Brigate Garibaldi. Fu fra i gappisti romani arrestati dai fascisti nel ’44 e dal ’45 si iscrisse al Pci, restandone uno dei membri più importanti per oltre trent’anni. Molto caro a Palmiro Togliatti, nel 1955 entrò nella redazione dell’Unità, di cui divenne direttore nel ’58. Lasciato il giornale per incomprensioni con lo stesso Togliatti, si concentrò sul suo incarico di segretario regionale in Puglia, dove si dedicò alla questione meridionale con passione. Durante gli anni Settanta collaborò con Enrico Berlinguer tra le fila della reggenza di partito. Divenne membro, come ministro dell’Economia, del noto “governo ombra” del Partito Comunista Italiano. Il progetto di Achille Occhetto che dall’89 al ’92 si proponeva di rilanciare il Pci come alternativa valida di governo. Accompagnò il Partito Comunista attraverso tutte le sue evoluzioni: da Pci in Partito Democratico della Sinistra, da Pds a Democratici di Sinistra fino al Partito Democratico. Uomo di instancabile e profonda dedizione, il premier Paolo Gentiloni lo ha definito «una vita esemplare di impegno verso i più deboli e di responsabilità nazionale.»
Si è spento Alfredo Reichlin
storico dirigente del Pci
fu direttore de "L'Unità"
Partigiano nella Brigata Garibaldi
studioso della questione meridionale
22 Marzo 201755
post precedente