E’ morto ieri sera all’età di 75 anni l’attore Giuliano Gemma in un incidente d’auto sull’autostrada A16 dopo un tamponamento con un’altra vettura. Icona degli anni ’60 e ’70, Gemma stava tornando da Siena dove aveva ricevuto un premio alla carriera per la straordinaria parte recitata nel “Il deserto dei Tartari”. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Civitavecchia, è apparso subito in condizioni critiche e molto presto i vari siti di Internet hanno diffuso la notizia. Quella al Terra di Siena Film Festival è stata l’ultima apparizione dell’attore romano che viveva a Cerveteri ed era sposato con la giornalista Baba Richerme. Da un precedente matrimonio aveva avuto due figlie, Giuliana e Vera.
Eroe da spaghetti western. Non solo attore, ma anche scultore. Recentemente Gemma raccontava di aver scoperto quella passione da bambino, giocando a modellare la terra lungo il fiume. Gli italiani, però, ricordano l’attore romano come un eroe degli spaghetti western degli anni’60 di un’Italia che produceva molti film. La pellicola che lo ha reso celebre più degli altri è stato “Una pistola per Ringo” nel quale interpretava uno sceriffo doppiogiochista. Poi Gemma interpretò un ruolo vendicativo in un “Dollaro bucato”. Negli anni ’70 torna con “Per pochi dollari ancora”. Affianca Bud Spencer in “Anche gli angeli mangiano fagioli”.
Una vita difficile. Gemma voleva diventare un attore famoso e girare una parte che lo facesse diventare eroe già da bambino. Una vita difficile quella dell’attore romano. Sfollato in Emilia durante la guerra, sogna di praticare la ginnastica artistica, ma a quattordici anni siccome era molto grasso ha abbandonato questa aspirazione. Da pompiere diventa stuntman e trapezista al Circo Togni, attira l’attenzione di Sordi, debutta in “Venezia, la luna e tu” nel 1958, compare in Ben Hur e anche nel “Il Gattopardo”, interpretando il ruolo di garibaldino. Ha preso parte anche al film “Speriamo che sia femmina” e in “Tenebre” di Dario Argento.
Ultimo suo sforzo cinematografico è stato “To Rome with Love” e anche “Il prefetto di ferro”. E pure tanta tv, fino a Capri 3.
Marco Stiletti