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Morto Giorgio Faletti, un artista dai mille volti

di Anna Bigano04 Luglio 2014
04 Luglio 2014

giorgio-falettiSi è spento a 63 anni Giorgio Faletti, attore, cantante, paroliere, scrittore e persino pittore. Nato ad Asti nel 1950, Faletti combatteva da qualche mese contro un tumore ed era ricoverato alle Molinette di Torino dopo un periodo trascorso in un centro oncologico a Los Angeles. Le esequie saranno celebrate martedì 8 luglio nella città natale dell’artista. Con lui se ne va un artista poliedrico, uno che amava sperimentare e mettersi alla prova e che ha mietuto successi in campi diversissimi.

Gli esordi nel cabaret. Giorgio Faletti si laurea in Giurisprudenza, ma subito intuisce che non è quella la sua strada. Come molti fortunati cabarettisti degli anni ’70, da Diego Abatantuono a Teo Teocoli, la sua carriera sul palcoscenico inizia al Derby di Milano. La popolarità arriva però nel 1985, quando Faletti sbarca su Italia 1 con il programma di Antonio Ricci Drive In, in cui interpreta una galleria di improbabili personaggi, il più famoso dei quali è Vito Catozzo, la guardia giurata dall’italiano sgrammaticato. Faletti lavora anche con altri mostri sacri della televisione italiana, da Raffaella Carrà a Pippo Baudo, che oggi lo ricorda come «un amico, un artista completo e mai felicissimo».

Cantante e paroliere. Inquieto forse, più che infelice, l’artista astigiano amplia i suoi orizzonti professionali gettandosi nel mondo della musica, sia come paroliere, sia come cantante. Scrive testi per Mina (Traditore) e Gigliola Cinquetti (Giovane vecchio cuore), Fiordaliso e Branduardi, Milva e Marco Masini. Nel 1992 debutta a Sanremo accanto a Orietta Berti con Rumba di tango. Torna all’Ariston due anni dopo e ottiene il secondo posto grazie a Signor tenente, un rap ispirato agli attentati mafiosi contro i giudici Falcone e Borsellino, che gli vale anche il Premio della critica. L’album in cui la canzone è inserita, Come un cartone animato, si aggiudica invece il Disco di platino. L’ultima partecipazione sanremese in veste di cantante è con L’assurdo mestiere, che svela un Faletti malinconico e introspettivo.

Autore di bestseller. Faletti torna a sorprendere nel 2002, quando decide di dedicarsi alla scrittura. E lo fa con un thriller, Io uccido, da 4 milioni di copie. Un successo – di critica, oltre che di pubblico – bissato nel 2004 da Niente di vero tranne gli occhi e riconfermato gli anni successivi da Fuori da un evidente destino, Io sono Dio, Appunti di un venditore di donne, Tre atti e due tempi, dalla raccolta di racconti Pochi inutili nascondigli e dall’autobiografia Da qui a ora. I suoi romanzi sono tradotti in venticinque lingue e nel 2005 il Presidente della Repubblica gli assegna il premio De Sica per la letteratura.

Al cinema. Di Faletti si ricordano anche le apparizioni sul grande schermo: la sua interpretazione del burbero professor Martinelli in Notte prima degli esami gli fa guadagnare una nomination ai David di Donatello come miglior attore non protagonista. Giuseppe Tornatore lo vuole in Baarìa e Giacomo Campiotti nel Sorteggio. Negli ultimi tempi, l’artista era impegnato in giro per l’Italia con uno spettacolo musicale, ma aveva dovuto annullare gli impegni a causa delle sue condizioni di salute: «Cari amici, – aveva scritto sul suo sito – purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia.
Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo.
 Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove».

Anna Bigano

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