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Morto Emilio Colombo. L’Italia dice addio al senatore a vita e all’ultimo padre costituente

di Mariangela Cossu25 Giugno 2013
25 Giugno 2013

Si è spento ieri sera a Roma, all’età di 93 anni, Emilio Colombo, l’unico personaggio politico ancora in vita ad aver scritto la Carta Costituzionale italiana. La sua è stata una carriera ricca di grandi riconoscimenti e incarichi di primissimo piano: presidente del Consiglio dal 1970 al 1972, sei volte ministro degli Esteri, sei del Tesoro, quattro dell’Industria, uno al Commercio estero, tre alle Finanze, due al Bilancio e programmazione economica, due all’Agricoltura e foreste. Nel 1977 fu eletto presidente del Parlamento europeo e nel 1990  fu presidente del Comitato atlantico. Nel 2003, infine, Carlo Azeglio Ciampi, lo ha nominato senatore a vita.
Colombo è nato a Potenza nel 1920 e ha attraversato da protagonista tutta la storia politica italiana del Secondo Dopoguerra e anche parte di quella europea sempre senza mai interrompere il forte legame con la sua città e la sua regione – la Basilicata- che ne hanno fatto il “dominus” quasi incontrastato per decenni. Laureato in giurisprudenza e proveniente dalla Gioventù di Azione Cattolica – in quel periodo storico autentica “fucina” di uomini che hanno guidato l’Italia o hanno avuto responsabilità in settori importanti del Paese – Colombo fu eletto all’Assemblea Costituente a 26 anni, con poco meno di 21mila voti di preferenza. Nel 1948 fu poi eletto deputato, con oltre il doppio dei voti ottenuti due anni prima, iniziando la sua inarrestabile ascesa nel mondo politico.  
Ombre e dispiaceri
. L’unico, forse, grande “dispiacere” di una vita politica eccezionale è stata la mancata elezione al Parlamento del 2001: Colombo, candidato come indipendente con Democrazia Europea – in una fase politica molto accesa all’interno del suo schieramento – ottenne oltre undicimila voti (il 15,3 per cento). Due anni dopo, però, la nomina a senatore a vita gli restituì tutto con gli interessi. Dopo le ultime elezioni, ha guidato lui il Senato nella prima riunione. Ma sempre negli stessi anni, venne coinvolto in un’inchiesta sul traffico di cocaina a Roma. Colombo ammise di averne fatto uso personale per ragioni terapeutiche per lo stress da lavoro. Sette anni dopo, nel 2010, chiese pubblicamente perdono: “Nella vita, ogni persona tenta di inviare messaggi da parte mia. Tra quelli negativi, da parte mia, c’è questo episodio. Per il quale oggi, in piena onestà, mi sento di dover chiedere scusa al Paese. Sì,di chiedere scusa”.

Mariangela Cossu

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