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Coronavirus in Europa
il numero dei morti potrebbe
essere il doppio delle stime

Dopo l'allentamento del lockdown

tornano a salire i contagi in Germania

di Giacomo Andreoli28 Aprile 2020
28 Aprile 2020

I morti da coronavirus in Europa potrebbero essere decisamente sottostimati. Lo fanno notare Milena Gabanelli e Simona Ravizza su Il Corriere della Sera, rivelando in anteprima i dati di un’analisi dell’Ispi.

Secondo le informazioni raccolte, in 7 paesi europei, le persone morte tra marzo e aprile 2020 sono molte di più di quelle decedute nello stesso periodo dal 2015 al 2019. Ma solo una parte di questa differenza viene ufficialmente conteggiata nei decessi da Covid-19. La Spagna conta 68.056 decessi i contro i 39.981 dello stesso periodo negli anni precedenti. È il Paese dove la crescita è maggiore: più del 70%.

In Italia sono 78.757 i decessi registrati al 4 aprile, contro i 57.882 dello stesso intervallo. Il Regno Unito registra 63.842 morti contro 46.877. E proprio in Inghilterra i decessi da Coronavirus potrebbero essere i più sottostimati, con quasi 8.184 defunti fuori dalle stime al 10 aprile (un numero che avrebbe portato il calcolo dei decessi al doppio). In Italia, invece, al 4 aprile risultano 5.547 morti in più rispetto agli anni precedenti e ai dati ufficiali da Covid-19.

In tutto tra Italia, Spagna, Paesi Bassi, Inghilterra, Francia, Svezia e Svizzera risultano 29.170 decessi in più. Se fossero morti da Coronavirus il computo totale dei defunti salirebbe del 49%. Questo potrebbe significare che molti pazienti hanno contratto la malattia, ma non sono stati tamponati. Altre persone con il virus e altre patologie come infarti, ictus e aneurismi potrebbero non essere stati visitati e soccorsi in tempo, forse a causa degli ospedali pieni.

In Germania arrivano i primi segni di ripresa dell’epidemia. Appena dopo l’allentamento delle misure di contenimento. Il tasso di contagio è risalito a 1: ogni persona infetta ne contagia un’altra. A metà aprile il tasso era sceso allo 0,7. Nel frattempo anche il tasso di mortalità per la malattia è aumentato, arrivando al 3,8%.

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