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HomeSpettacoli Gli 80 anni di Moroder, il padre della discomusic

Moroder compie 80 anni
Con lui nacque la discomusic
Inno per molte generazioni

La sua vita fu simbolo di un'epoca

Ancora oggi paradigma di riferimento

di Matteo Petri27 Aprile 2020
27 Aprile 2020

Fu il compimento di una rivoluzione culturale, sociale ma soprattutto musicale iniziata un decennio prima. Fu il periodo dell’espansione economica, dell’arricchimento personale, ma anche collettivo, la liberalizzazione dei costumi passò dall’inno di una generazione di giovani a uno stato d’animo della nazione e di tutto l’Occidente. Il tutto meshato, amalgamato, unito da un unico inconfondibile sound: quello degli anni ’80.

Ieri uno dei geni musicali che fu al centro di quella rivoluzione ha compiuto 80 anni, Giorgio Moroder. Autore, musicista, disc jokey, fu lui che per primo riuscì a trasformare l’electromusic da sperimentale a colonna portante di uno stato d’animo condiviso. Sono stati molti negli anni a omaggiare un’operazione alchemica così ben riuscita, i più noti sono forse i Daft Punk, che proprio Moroder hanno celebrato in uno dei loro ultimi dischi, “Random Access Memory”. Nell’album è infatti presente “Giorgio by Moroder”, una traccia tra inizia con le parole stesse del celebre disc jokey.
Moroder nacque in Val Gardena a Ortisei, ma la sua carriera cominciò in Germania, prima a Berlino e poi a Monaco. In Italia in giovanissima età tentò di sfondare come cantante solista, come il nome d’arte di George, ma non riscosse molto successo. Così scelse la Germania Ovest, lì fondò il suo primo studio musicale. A Monaco, che divenne la vera Mecca musicale per tutti gli amanti della disco music iniziò a produrre e lavorare con grandi voci come Donna Summer. Nel 1977 avvenne la sua consacrazione definitiva come leggenda musicale: “Love To Love You Babe”. Questo brano gli valse il successo che da lì sarebbe stato in continua ascesa per tutti gli ’80: dall’Oscar per la colonna sonora di “Fuga di mezzanotte” a quello per la miglior canzone, l’indimenticabile “What a feeling” di “Flashdance”, del 1984 e poi “Take My Breath Away” di “Top Gun”, anch’esso Oscar alla miglior canzone nel 1987.
Le sue colonne sonore hanno segnato un’epoca quella che è, è stata e rimarrà sempre un paradigma musicale e culturale per ogni artista presente e futuro.

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