Dieci mesi dopo il salvataggio di stato, Monte dei Paschi torna in borsa. Il titolo oggi ha fatto registrare continue oscillazioni. Lanciato al valore di 4,12 euro per azione, è arrivato a 4,3 per poi essere fermato. Ripartito, si è attestato intorno ai 5 euro. Un inizio incoraggiante dunque, ma ben lontano dai 6,49 euro pagati dal Tesoro per la ricapitalizzazione. Siamo distanti anche dagli 8,65 euro con cui il Ministero dell’ Economia comprerà le azioni degli ex possessori di subordinati, che ora sono diventati soci.
Il futuro– Solo il tempo dirà quanto vale Mps. Gli investitori privati possono agire come vogliono, ma lo Stato deve rispettare il piano industriale. Quattro anni per procedere alla privatizzazione dell’istituto, anche se fonti vicine al governo precisano che non si tratta di un termine categorico. Molto del futuro ruoterà intorno alla qualifica di banca “npl free”, ovvero senza crediti deteriorati. Menzione che però sarà possibile utilizzare solo dalla metà del prossimo anno, quando il Tesoro avrà coperto 28 miliardi di crediti di sofferenza.
Agli ordini dell’Europa– Monte dei Paschi al tempo stesso dovrà sottostare a un arduo regime di austerità imposto dalla Commissione Europea per accedere agli aiuti di stato. La banca non potrà fare campagne pubblicitarie aggressive e acquisire titoli. Vietate le cedole, e per i manager ci sarà un tetto salariale. Sullo sfondo di restano le decisioni della Bce sugli Npl che matureranno dal 2018 in avanti. In base al documento pubblicato lo scorso 4 ottobre (per ora solo in fase consultiva) sulle nuove sofferenze dovranno essere applicati accantonamenti automatici, cosa che costringerebbe l’istituto a garantire coperture aggiuntive.