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Mononucleosi: il policlinico Gemelli nel mirino delle indagini per la morte di un 26enne

di Mario Di Ciommo11 Settembre 2014
11 Settembre 2014

policlinicogemelliIl Policlinico Gemelli è finito nel mirino della procura dopo la morte di un ragazzo 26enne, stroncato da una mononucleosi.

Lo scorso 23 agosto J.L. si è presentato al pronto soccorso del policlinico in codice giallo, con le tonsille ingrossate ed uno spazio respiratorio ridotto dichiarando di avere la febbre alta da nove giorni e di avere i linfonodi ingrossati.

La sua esperienza nella struttura ospedaliera del Gemelli si è conclusa però l’indomani, causa indisponibilità al reparto malattie infettive.

Di lì il giovane è stato trasferito allo Spallanzani e sottoposto ad una terapia antibiotica che, evidentemente, non ha sortito effetto.

Le continue crisi respiratorie si sono susseguite poi sino a quando il giovane è entrato in coma. Lo spostamento in rianimazione non ha sortito effetti, la carenza di ossigeno nel cervello aveva già causato danni cerebrali.

J.L. è morto così lo scorso venerdì e la famiglia, di concerto con il proprio legale, ha deciso di denunciare la vicenda.

L’ipotesi su cui ora procede il pm Nadia Plastina è omicidio colposo ma al momento il fascicolo è senza indagati.

Durante il ricovero, secondo gli inquirenti, il ragazzo non sarebbe stato intubato né sottoposto a una tracheotomia che gli avrebbe permesso di respirare.

Dopo aver messo nel mirino la struttura ospedaliera Spallanzani la procura ora punta il faro anche sul policlinico Gemelli per capire per quale ragione anche al pronto soccorso del policlinico non siano state adottate quelle misure che avrebbero permesso al giovane di respirare e quindi di salvarsi.

Nel frattempo la direzione sanitaria dello Spallanzani sta tentando di tranquillizzare tutti coloro che temono un contagio dopo la morte di J.L.

“In merito al caso del giovane paziente affetto da mononucleosi infettiva deceduto presso l’Inmi Lazzaro Spallanzani in seguito a complicanze, la direzione dell’istituto fa sapere di aver avviato tempestivamente una valutazione dell’evento mediante audit clinico come previsto nelle procedure di risk management e secondo il percorso subito condiviso con la competente autorità regionale”.

Mario Di Ciommo

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