Nuovo capitolo nella vicenda Mafia Capitale: la Guardia di Finanza ha confiscato definitivamente dei beni riconducibili ai due imputati del maxiprocesso sul Mondo di Mezzo, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.
Il valore complessivo della confisca è di circa 27 milioni di euro. Tra i beni ci sono tredici unità immobiliari, tredici automezzi, un terreno a Roma e 69 opere d’arte della seconda metà del XX secolo dal valore di dieci milioni di euro. Si tratta di quadri dell’epoca Pop Art, del Nouveau Réalisme, del Futurismo e del Surrealismo.
Il provvedimento riguarda anche i beni nella disponibilità di Riccardo Brugia, braccio destro di Carminati, e di altri esponenti del crimine capitolino. Lo stesso Brugia intratteneva rapporti con Fabio Gaudenzi e con gli imprenditori Roberto Lacopo, Agostino Gaglione, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, tutti arrestati nel 2014 nell’ambito della prima operazione dell’inchiesta.
Gli specialisti del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata hanno esaminato le carte e rilevato una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimoni accumulati nel tempo. L’analisi ha poi permesso al Tribunale di emettere vari decreti di sequestro, eseguiti a partire dalla fine del 2014.
La misura patrimoniale nei confronti di Buzzi riguarda due immobili a Roma nonché le quote e il patrimonio di due società per un valore stimato di oltre 2,6 milioni di euro. In una nota della Guardia di Finanza è specificato che la confisca rappresenta l’epilogo delle indagini svolte nei confronti degli indagati e dei loro prestanome.
Le operazioni erano delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri ai sensi del “Codice antimafia”.