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HomeEsteri “Mondiali 2034 in Arabia Saudita, operai sfruttati e sottopagati”

"Sfruttati e sottopagati
per costruire stadi in Arabia
in vista dei Mondiali 2034"

Inchiesta del "Daily Mail": costretti

a lavorare con temperature di 45 gradi

di Luigi Sebastiano De Blasi20 Novembre 2024
20 Novembre 2024

La città di Al Khobar dove verrà costruito l'Aramco Stadium | Foto di Ajmal Ali Paleri https://www.pexels.com/it-it/foto/spettacolo-aereo-di-al-khobar-con-torre-dell-acqua-e-jet-28748837/

RYAD – Secondo un’inchiesta del quotidiano inglese Daily Mail, sono iniziate in Arabia Saudita le costruzioni dei nuovi stadi per la Coppa d’Asia di calcio del 2027, che serviranno anche per il Mondiale 2034. L’articolo denuncia sfruttamenti e maltrattamenti ai lavoratori stranieri, che verrebbero fatti lavorare per dieci ore al giorno con temperature di 45 gradi. Sarebbero pagati intorno a tre euro l’ora, sollevando barre di acciaio, erigendo torri di impalcature e martellando insieme i telai per i giganteschi pilastri di cemento che sorreggeranno lo stadio. Gli stessi problemi erano già stati denunciati agli ultimi Mondiali in Qatar 2022.

Gli operai sfruttati

L’articolo dell’inviato Pete Pattisson si concentra in particolare sulle condizioni degli operai dell’”Aramco Stadium” di Al Khobar, una delle città più popolose del Golfo Persico. L’inchiesta è disponibile a questo link.

La maggior parte di loro proviene da Bangladesh, Pakistan e Nepal. Si tratta di lavoratori che di solito hanno ottenuto il permesso di ingresso in Arabia Saudita tramite la “dipendenza da debito contratto” da parte del datore di lavoro. Vengono cioè aiutati a entrare nel Paese, accettando in cambio di percepire prime paghe più basse. Alla fine dei turni di lavoro, vengono portati in una zona periferica della città, dove dormono in stanze fatiscenti, su scale piene di immondizia e montagne di scarpe da lavoro. Oltre a questi elementi, sono stati denunciati passaporti sequestrati e contratti falsi.

Il Mondiale 2034

Il prossimo 11 dicembre il congresso della Fifa formalizzerà l’assegnazione del Mondiale: al momento è stata presentata la sola candidatura dei sauditi. Sullo sfondo, il recente accordo tra la Federazione mondiale del calcio e l’azienda petrolifera statale Aramco. Un accordo che – secondo il Daily Mail – potrebbe valere almeno 100 milioni di dollari l’anno entro il 2034, rendendo Aramco il più grande sponsor della Federazione.

Amnesty International attacca la Fifa e denuncia che si è in presenza di “lavoro forzato come parte centrale del suo torneo di punta.” A meno che la Federazione asiatica di calcio (Afc) e la FIFA non negozino accordi vincolanti sui diritti umani prima di prendere una decisione finale sulla assegnazione.

Altri sfruttamenti in Arabia Saudita

Numerose sono le costruzioni in corso (in ritardo) in Arabia: gli altri stadi per la Coppa d’Asia 2027, i Giochi Invernali Asiatici 2029 a Trojena e l’autodromo di Qiddiya per il Gran Premio di F1 entro il 2028. E soprattutto, la “mega città” avveniristica di Neom: città avveniristica che sarà completata sul mar Rosso entro il 2039, ma che ospiterà già eventi importanti dai prossimi anni.

Il progetto Neom ha già visto sfratti di massa e spostamenti forzati imposti al popolo della tribù Huwaitat. Secondo l’Al qst (“Giustizia” in arabo coranico) for human rights, molte persone che hanno contestato pacificamente l’imposizione sono già state condannate a morte.

C’è anche un ruolo attivo dell’Italia nella costruzione di Neom: il 14 novembre il Fatto Quotidiano ha riportato che il gruppo assicurativo pubblico Sace fornirà tre miliardi di garanzie su prestiti internazionali dell’Arabia Saudita nell’ambito del progetto. 

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