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Prima prescritto, poi iscritto: Moggi diventa giornalista pubblicista

di Roberto Maria Rotunno17 Settembre 2015
17 Settembre 2015

moggiLa celebre frase “non confermo né smentisco” dovrà da ora in poi metterla da parte: Luciano Moggi è diventato un giornalista a tutti gli effetti e adesso toccherà proprio a lui dare le notizie, opportunamente verificate e quindi a prova di smentita come previsto da tutte le carte deontologiche della professione. È tutto vero, alcuni giorni fa l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte ha deliberato l’iscrizione di Lucianone nell’albo pubblicisti scatenando le ovvie proteste da parte di chi contesta i requisiti morali. Su quelli professionali, tuttavia, non c’è alcun dubbio: sono ormai anni che l’ex dirigente juventino interviene come opinionista sulle testate Libero, Tempi e Sportitalia. Tanto basta, secondo l’attuale normativa ordinistica, per ottenere l’accesso al secondo albo professionale, quello del quale fa parte chi svolge l’attività di cronista ma in maniera non esclusiva.

Requisiti morali, si diceva. Un nuovo caso Farina – si potrebbe ribattezzare –  con l’Ordine dei giornalisti ancora una volta disposto ad adottare un atteggiamento molto indulgente verso personaggi con un recente passato non proprio cristallino. In questo caso, la regola generale stabilisce l’incompatibilità per tutti quelli che abbiano riportato condanne definitive mentre tocca ai consigli direttivi regionali scegliere se iscrivere chi ha un procedimento in corso. Proprio alcuni anni fa, una precedente richiesta di Moggi era stata rigettata in quanto pendeva il processo di Calciopoli sul quale non era ancora intervenuta la salvifica prescrizione. Tuttavia – lo rivela oggi il Fatto quotidiano – esiste un altro procedimento penale non ancora concluso: una condanna in primo grado per minacce al pubblico ufficiale. Un particolare tutt’altro che irrilevante sul piano delle formalità. Moggi l’ha naturalmente omesso nella documentazione presentata ma questa circostanza ora rischia di costringere l’Ordine a fare marcia indietro.

Che sarà mai, verrebbe da dire, una condanna per minacce al pubblico ufficiale rispetto a tutto il curriculum della testa d’ariete della più celebre triade italiana? E soprattutto, chi mai metterebbe in dubbio che tra Moggi e il mondo giornalistico non ci sia un grandissimo feeling ben datato nel tempo? Negli scorsi anni, infatti, sono stati gli stessi consigli di disciplina dell’ordine a sanzionare giornalisti come Aldo Biscardi, Lamberto Sposini, Tony Damascelli e Franco Melli perché erano in qualche modo vicini proprio a Lucianone. I tentacoli dell’ex dirigente bianconero – secondo quanto emerso dai processi – arrivavano fino ai vertici di RaiSport, permettendogli di scegliere gli inviati ritenuti più amici. Insomma, con tutti i presunti cronisti che – sfruttando l’estrema facilità dell’ammissione – vengono accolti nell’elenco pubblicisti, questa iscrizione premia almeno qualcuno che, meglio di molti altri, conosce le dinamiche dell’ambiente.

Roberto Rotunno

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