A quasi 34 anni dalla burla delle teste false, ne spunta fuori un’altra. Secondo la perizia depositata in tribunale dal perito Isabella Quattrocchi i quadri di Modigliani esposti nel marzo scorso a Palazzo Ducale a Genova e sequestrati dopo l’esposto dell’esperto toscano Carlo Pepi sono «grossolanamente falsificate». Secondo la Quattrocchi il falso si riconosce “sia dal tratto che dal pigmento”, inoltre le cornici sono tutte “provenienti da Paesi dell’est europeo e dagli Stati Uniti, per nulla ricollegabili né come contesto né come periodo storico a Modigliani». Sembrerebbe anche che una gran parte delle tele provenga da un collezionista americano e mercante d’arte, Joseph Guttmann e ci sono alte probabilità che siano state prodotte negli Usa.
Sono 21 in tutto le opere sequestrate già nel luglio scorso dalla Procura di Genova dopo un esposto dell’esperto toscano Carlo Pepi. Opere che fino a pochi mesi fa valevano milioni euro si sono ora tramutate in carta straccia e verranno certamente distrutte se la perizia dovesse essere confermata da una sentenza. “Palazzo Ducale è parte fortemente lesa. E se le perizie relative all’esame sui pigmenti confermassero il giudizio negativo della perizia depositata il consiglio direttivo della Fondazione deciderà quali iniziative intraprendere” fa sapere Palazzo Ducale.
“Per me non cambia nulla.” Dichiara invece all’Ansa Rudy Chiappini, allora curatore della mostra su Modigliani di Palazzo Ducale, indagato nell’inchiesta della procura di Genova. “L’attribuzione delle opere a Modigliani non l’ho fatta io, mi sono solo limitato a raccogliere informazioni già esistenti. Bisognerà risalire alla fonte, a chi ha fatto la prima attribuzione. Io resto comunque dell’idea che quei quadri siano buoni”. Oltre a Chiappini sono indagati anche presidente di MondoMostre Skira Massimo Vitta Zelman e Joseph Guttmann.