Il Papa cambia l’ordinamento giuridico. La Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, l’organo che esercita il il potere legislativo, ha rafforzato il sistema penale sui delitti sui minori: prostituzione minorile, violenza sessuale su minori, pedopornografia, detenzione di materiale pornografico, arruolamento di minore. La nuova legislazione, che entrerà in vigore a partire dal primo settembre, riguarda delitti commessi nella Città del Vaticano o negli uffici della Curia. Ricadono sotto la nuova giurisdizione gli officiali e i dipendenti di vari organismi e istituzioni collegati alla Curia, inclusi i nunzi e i legati pontifici. Si tratta di leggi più severe di quelle italiane, e si collocano nel solco del rinnovamento, tracciato da Papa Francesco. Nel codice penale italiano, a esempio, viene considerato minore un essere umano di età inferiore a 14 anni, o che abbia meno di 16 anni, in alcuni casi particolari. Per il Vaticano un minore, per essere considerato tale, non deve aver compiuto 18 anni. Inoltre per le norme italiane gli atti sessuali compiuti con minori di età superiore a 10 anni sono perseguibili d’ufficio solo se esiste una querela di parte; secondo la nuova legislazione vaticana, invece, tutti i reati sopraelencati sono sempre perseguibili.
Questi cambiamenti in materia penale erano stati già preparati da Papa Benedetto XVI, Bergoglio ha proseguito il lavoro portato avanti dal suo predecessore, conscio della necessità di rinnovarela Chiesa, affinché questa diventi «luce e sale di un mondo affaticato e oppresso».
«Le riforme ora introdotte nell’ordinamento vaticano – ha commentato Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa, in un editoriale pubblicato oggi dal giornale “Avvenire” – tendono a mantenere viva e vitale l’esigenza che è alle origini stesse della nascita di questo micro-Stato: garantire, rispetto a ogni autorità e a livello planetario, la piena libertà e la reale indipendenza del Papa nell’esercizio della sua missione spirituale nel mondo».
Tra le riforme anche l’abolizione dell’ergastolo (sostituito con la reclusione da30 a35 anni) e l’introduzione del reato di divulgazione di notizie riservate, punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni (o con una multa); più severa la pena in caso di sottrazione di documenti che riguardano gli interessi fondamentali o i rapporti diplomatici della Santa Sede.
I Patti Lateranensi, stipulati nel 1929, stabilirono che nel nuovo Stato del Vaticano, appena nato, dovesse entrare in vigore la legislazione italiana, introducendo il codice civile e quello penale. In materia di procedura penale, fino a ieri, a parte alcune variazioni introdotte da Paolo VI nel 1969, non erano state mai apportate modifiche.
Annalisa Cangemi