Armani, Zegna, Scervino: grande fino all’ultimo la manifestazione della moda milanese, che, conclusasi ieri, ha offerto l’immagine di un uomo sempre più stravagante e votato all’eccentricità. Il non stop di proposte al maschile è cominciato il 16 giugno a Londra, con Pitti Uomo è passato da Firenze e, dopo Milano, non smetterà di stupire dal paese d’oltralpe con l’appuntamento delle sfilate parigine cominciato oggi fino al 30 del mese.
Sulla passerella le anticipazioni per la primavera estate del prossimo anno: la moda, si sa, gioca d’anticipo. Quella maschile, poi, fa discutere: scrive Paola Pollo sul Corriere “Mai giro di sfilate meno macho di questo”. Leitmotiv delle collezioni sono infatti idee e accessori rubacchiati dal guardaroba femminile: agli abiti classici nei colori base, immancabili il bianco e il blu, si aggiungono quelli satinati nelle sfumature dell’oro o“spezzati”, dove ogni elemento del completo si accende di una tonalità cromatica a sé. La t-shirt non è più aderente ma larga e sagomata, i pantaloni giocano su diverse lunghezze, i mocassini sono rigorosamente stringati. L’impermeabile è sportivo e non manca mai una grande borsa, preferibilmente rigida, che l’uomo, almeno sulla passerella, porta ormai con disinvoltura al manico (via le desuete tracolle).
Ancora eco femminili nella scelta delle fantasie: Gucci punta su uno dei suo cavalli di battaglia, il fiorato, gli stilisti Dolce e Gabbana riproducono sulle maglie stampe monumentali con templi ed effigi dall’antica Grecia, per Prada uomo e donna sfilano addirittura insieme, a rafforzare una commistione unica.
Ma la Milano FashionWeek non è stata solo sfilate: tanti eventi mondani hanno trasferito il ricco parterre di celebrità in altri luoghi del capoluogo meneghino, come Villa Necchi, dove Jim Nelson, direttore di GQ, ha festeggiato i dieci anni alla guida del magazine, con musica e tuffi in piscina. Nuove boutique, infine, per Gucci e Moncler: un negozio di sole linee maschili, tra cui quella realizzata in esclusiva da Lapo Elkann, per il marchio dalla doppia G, in un esclusivo spazio davanti alla Pinacoteca di Brera, mentre Remo Ruffini, patron di Moncler, ha tagliato il nastro al secondo shop nel Quadrilatero della moda, proprio in via Montenapoleone.
Alessandra D’Acunto