Marco Minniti, ex ministro dell’interno durante il governo Renzi, stamattina in un’intervista al quotidiano La Repubblica ha annunciato il suo ritiro dalla corsa alla carica di segretario del Partito Democratico.
“Ritiro la candidatura per salvare il partito. La situazione non è più sostenibile. Lo faccio per il partito, con lo stesso spirito di servizio con il quale avevo accettato la candidatura alla segreteria”, ha affermato l’ormai ex candidato alla segreteria del Pd. “Le primarie dovrebbero darci una leadership forte, invece c’è la possibilità che nessuno dei candidati ottenga il 51% dei voti”, continua Minniti nell’intervista di Claudio Tito.
È possibile che alla base di questa decisione ci siano delle tensioni che negli ultimi giorni avevano fatto pensare ad una scissione del Pd.
In particolare si fa riferimento al fatto che Matteo Renzi non sia mai intervenuto pubblicamente per smentire tale scissione che invece appare sempre più probabile.
Lo conferma il fatto che mercoledì scorso mentre Minniti incontrava Lorenzo Guerini e Luca Lotti, per avere rassicurazioni sulla sua candidatura, Renzi era impegnato a Bruxelles in una serie di incontri per unire la vasta area dei liberali anti-sovranisti. E se Minniti afferma di non aver consultato l’ex premier per la sua decisione e che una scissione «sarebbe un regalo ai nazionalpopulisti», Renzi questa mattina replicava: “Chiedetemi tutto ma non di fare il piccolo burattinaio al congresso, ma non chiedetemi di stare dietro alle divisioni del Pd perché non le capisco, non le condivido, non mi appartengono”.
Lo stesso Renzi, appresa la notizia su Minniti, ha pubblicato su Facebook un post in cui, dando appuntamento a stasera alle 18 per una diretta sul social, scrive: “Oggi i media parlano di nuovo delle divisioni del Pd. E naturalmente c’è sempre qualche fonte anonima che dà la colpa a Renzi. Dopo le elezioni io mi sono dimesso. Da quel momento ho fatto la mia battaglia da senatore dell’opposizione. Continuerò a farlo, ovunque”.
La girandola dei nomi è ripresa subito per trovare un sostituto. C’è chi spinge per Ettore Rosato, chi vorrebbe una donna della tempra di Teresa Bellanova e chi spera di convincere Graziano Delrio a rinunciare alla guida del Copasir.