ROMA – Non è la prima volta che il programma giornalistico Report finisce nell’occhio del ciclone. Dopo Marina Berlusconi, è il turno del ministro per il Made in Italy (Mimit) Adolfo Urso, che ha querelato l’inchiesta andata in onda il 16 febbraio. Al centro della bufera c’è il servizio sulle politiche spaziali.
Un’intervista “manipolata con tagli selettivi”, “informazioni false e volutamente distorte”: il Mimit mette nero su bianco tutte le accuse mosse all’autore e conduttore Sigfrido Ranucci. “Procederemo per vie legali”, continua il Ministero, a causa della presunta infondatezza del messaggio lanciato dall’inchiesta, ovvero che la legge nazionale sullo spazio contenga una disposizione “fatta apposta per far ottenere a Elon Musk un appalto per il cloud satellitare per gestire i dati più sensibili del governo”. Report risponde sottolineando come, in un’intervista avvenuta lo scorso dicembre, Urso “non ha in alcun modo smentito l’ipotesi che la costruzione di una riserva di capacità trasmissiva nazionale potrebbe favorire un appalto che Starlink ha tutte le carte in regola per vincere”.
Il rapporto del ministro con la trasmissione di Rai 3 è da tempo travagliato. Già nel 2023 Urso aveva denunciato Report per le dichiarazioni dell’ex Maestro venerabile della loggia “Monte Sion di Roma” Gioele Magaldi: “Adolfo Urso è un fratello massone, certamente. Fratello massone schierato su posizioni aristocratiche e neoliberiste”.
Pd e M5s: “Maggioranza contro il giornalismo”
Per il Movimento 5 stelle dietro la querela si nasconde il segnale di “un governo che non tollera chi indaga e racconta i fatti scomodi. Non è un caso che proprio Urso fosse tra quelli che volevano escludere il giornalismo d’inchiesta dal contratto di servizio della Rai”.
“Le minacce di azioni legali contro Report sono fuori luogo e dimostrano la sua difficoltà a rispondere nel merito delle questioni sollevate”, dicono dal Partito democratico. “Urso, invece di attaccare i giornalisti, si confronti nelle sedi istituzionali”.