È passato attraverso i metal detector nonostante avesse in tasca una pistola, ha raggiunto l’aula del terzo piano in cui si doveva celebrare un’udienza che lo vedeva imputato per bancarotta fraudolenta e, quando il suo avvocato ha dichiarato di rinunciare al mandato, ha aperto il fuoco. Diversi colpi con cui Claudio Giardiello, imprenditore di Brugherio, ha provocato stamattina tre morti e almeno due feriti – uno dei quali in condizioni gravissime – all’interno del Palazzo di Giustizia di Milano. Il responsabile della sparatoria nascosto in un primo momento dentro la cittadella giudiziaria, immediatamente evacuata dopo gli spari, è poi riuscito a scappare in moto. Dopo una fuga di un’ora, le forze dell’ordine l’hanno fermato a Vimercate.
Le vittime sono il giudice fallimentare Ferdinando Ciampi, l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, 37 anni, e un terzo uomo, ritrovato apparentemente privo di traumi e forse colpito da infarto. I feriti sono invece Giorgio Erba e Davide Limongelli, zio e nipote, coimputati insieme a Giardiello.
Le prime, frammentarie informazioni, sono arrivate dagli avvocati e dagli utenti del tribunale radunati davanti all’edificio, secondo i quali ad essere colpiti sarebbero stati però i testimoni del processo. A parlare subito di “più di una vittima” è stato il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giovanni Canzio. Il sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, è arrivato poco dopo in Tribunale, mentre in prefettura è stata sospesa e rinviata la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in vista di Expo con il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che con un tweet ha poi dato la notizia della cattura dell’attentatore.
Anna Bigano