Colpa di una busta, che conteneva il nome di Amsterdam e ha decretato la sconfitta di Milano nella corsa all’Ema. La sede dell’Agenzia europea del Farmaco sarà nella capitale olandese, dopo un lungo testa a testa con la candidatura italiana conclusosi ieri al Consiglio europeo. “Una beffa”, così la definisce il premier Paolo Gentiloni, tornando però a ribadire che Milano non ne esce certo sconfitta, semmai amareggiata. È successo anche per la sede dell’Eba, l’Autorità bancaria europea, finita al sorteggio a Parigi invece che a Francoforte.
Già ieri il metodo di voto aveva collezionato numerose lamentele, soprattutto da parte del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e di Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia. Un sistema diviso in tre round ad eliminazione secca, con scrutinio segreto, il cui vincitore veniva decretato solo dalla maggioranza assoluta. Milano ha combattuto bene: nonostante l’appoggio del blocco tedesco a Bratislava, ha trionfato nel primo turno con 25 voti e nel secondo con 12, sempre tallonata da Amsterdam. La città slovacca, favorita dalla Merkel, è stata eliminata al primo turno e da allora in poi la Slovacchia si è astenuta dal voto. Un atteggiamento poco “europeista”, si direbbe. Così facendo, al ballottaggio del terzo round l’italiana e l’olandese hanno ottenuto entrambe 13 voti. La decisione è quindi toccata al sorteggio.
Per Milano hanno votato in tanti: Bulgaria, Romania, Grecia, Slovenia, Malta, Cipro e Croazia. Poi anche Francia, Portogallo, Repubblica Ceca ed Estonia. Preferenze espresse evitando un ragionamento “a blocchi geografici”, basate solo sull’ottimo dossier che la città di Sala aveva offerto in esame alla Commissione. Grande la delusione per la Spagna, che ha diretto il proprio appoggio ad Amsterdam fin dall’eliminazione di Barcellona.
«È possibile che alla fine ci sia stato anche qualche accordo politico», sostiene Beppe Sala. «La mia valutazione è che nelle prime due votazioni è stato fatto valere il valore dei dossier, mentre dalla seconda votazione in poi sono partite le telefonate tra governi».
Adesso arriveranno ad Amsterdam 890 dipendenti da tutta Europa. Due gli anni previsti per il trasloco. Dovrà inoltre essere costruito un edificio da 31mila metri quadrati, il Vivaldi Building, scelto come nuova sede nel quartiere industriale di Zuidas. «C’è già chi fa il tifo perché Amsterdam fallisca – dice Maroni al Corriere – Io per nulla. Anzi, sarebbe un danno alla nostra salute. Credo che l’Italia e Milano debbano dare una mano ai Paesi Bassi».
Di parere contrario il leader della Lega Matteo Salvini, che ne approfitta per promettere agli italiani una rinegoziazione dei versamenti fatti a Bruxelles dopo le elezioni in primavera. A mettere d’accordo tutti il tweet, arrivato subito dopo le decisioni, dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk: «Buona fortuna a tutti i candidati ad ospitare Ema e Eba. Qualsiasi sarà il risultato, il vero vincitore del voto di oggi è l’Ue a 27. Organizziata e pronta per la Brexit».