L’ultimo sabotaggio all’ospedale Policlinico-Mangiagalli di Milano è avvenuto pochi giorni fa: un incendio definito dai magistrati «dimostrativo come al solito». Incendi in diverse zone della struttura, fumo sprigionato negli ascensori, persino bossoli calibro 9×21 e 38 trovati nel cortile. Tanti, troppi segnali per pensare a semplici atti di vandalismo, e che hanno spintola Procuraad aprire un’inchiesta. La situazione della storica struttura, che ospita la clinica dei bambini (la mangia galli) è delicata. Sull’ospedale grava un corposo piano di ristrutturazione. Molti padiglioni saranno buttati giù per realizzare il mega progetto di rifacimento del Policlinico, con un investimento di 235 milioni di euro. L’Ente, che posside un patrimonio immobiliare da 1,5 miliardi di euro ha da poco deciso di metterne in vendita una cospicua parte per finanziare l’investimento, tra cui figura anche il palazzo di via montello, uno stabile conosciuto come il fortino della ‘ndrangheta, luogo di spaccio e omicidi occupato da quarant’anni e sgomberato solo di recente.
L’ipotesi allo studio degli inquirenti è che qualcuno stia cercando di mandare un messaggio minatorio ai vertici dell’ospedale, da quattro anni diretto da Giancarlo Cesana, leader storico di Comunione e Liberazione. L’inchiesta aperta dal pm Nicola Cerrato è per disastro doloso. Non è esclusa anche la pista del folle.
Gli episodi però sono tanti, e concentrati tutti nell’ultimo anno e mezzo: il primo incendio risale al tre novembre 2011, con il fuco appiccato in un seminterrato adibito a deposito di materiali per la pulizia proprio nei giorni in cui era ricoverato il calciatore Antonio Cassano. L’ultimo invece il 19 maggio scorso con l’incendio al padiglione Granelli. Alcuni mesi fa invece, è toccato alla chirurgia pediatrica (padiglione Alfieri), dove è stato appiccato un incendio agli archivi di documentazione.
L’atmosfera è pesante, con i vertici della struttura che tranquillizzano tutti e rassicurano che non ci sono pericoli per i pazienti. Ma a molti la serie di episodi ha fatto tornare alla mente alcuni sabotaggi avvenuti al Policlinico durante gli anni di Piombo, quando venne ucciso a colpi di pistola Luigi Marangoni, il direttore sanitario 43enne che aveva denunciato con coraggio alcuni infermieri che sabotavano l’ospedale.