È sera e al passante ferroviario di Villapizzone, periferia di Milano, ci sono poche persone. Tre ragazzi sudamericani, fra i 20 e i 30 anni, si affrettano a prendere il treno che li porterebbe in zona Expo ma il capotreno vuole vedere i biglietti. Loro, si rifiutano. C’è una breve discussione e uno dei tre ragazzi, per risolvere il diverbio, apre lo zaino, tira fuori un machete e senza pensarci un attimo lo affonda nel braccio del capotreno. Un altro dipendente delle ferrovie, in quel momento fuori servizio, sente le grida del collega. Corre in suo soccorso ed esce dalla colluttazione con un trauma cranico.
Il capotreno ferito è stato trasportato all’ospedale di Niguarda in codice rosso e rischia di perdere il braccio. Alcuni amici, che per tutta la notte hanno seguito lo sviluppo delle sue condizioni mediche, si sono detti convinti che dopo la lunga operazione «potrebbe farcela». L’amico e collega, invece, è stato portato al Fatebenefratelli ed il colpo alla testa non è stato grave.
I tre ragazzi sono riusciti a fuggire ma poche ore dopo due sospettati, con tracce di sangue addosso, sono stati fermati dalla polizia. Ora la Polfer sta analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per chiarire la vicenda. Solo una donna avrebbe assistito direttamente all’aggressione ma, in preda al panico, è fuggita via.
Interviene oggi anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ed entra duro sull’argomento: «Chiederemo di mettere i militari e la polizia per contrastare questi fenomeni sui treni. Voglio qualcuno che impedisca questi episodi» e «se è necessario sparare, si spari».
