Tanti gol, carattere e bel gioco, le italiane alla prima di Europa League non sbagliano e riscattano l’onore ferito delle connazionali schiaffeggiate in Champions League. Senza dubbio però l’entusiasmo deve lasciar spazio al realismo: Vitesse e Austria Vienna, compagini sconfitte ieri rispettivamente da Lazio e Milan, non valgono il Barcellona e l’Atletico Madrid, artefici il primo del tracollo juventino, e il secondo del sofferto pareggio romanista all’Olimpico. Tuttavia si possono scorgere elementi di grande positività.
La Lazio, pur giocando un buon primo tempo, chiude la frazione di gara sotto di una rete. Ottima la reazione nella ripresa, che si manifesta per ben due volte, prima nel pareggio temporaneo di Parolo poi, dopo il 2 a 1 del Vitesse, nella rimonta conclusiva che ha fissato il punteggio sul 3 a 2. Buona l’intesa Caicedo-Immobile e ancora segnali positivi dal giovane Murgia, già decisivo in Supercoppa Italiana contro le Juve e autore del terzo gol della vittoria ieri sera. Pur tenendo in considerazione il reale spessore dell’avversario, unità di squadra, tenuta psicologica e reattività sono chiari segnali positivi. Da rivedere la difesa, male Lukaku e Bastos.
Sorrisi anche in casa Milan. L’Austria Vienna non era un avversario temibile, ma dopo la sonora sconfitta patita in campionato contro la Lazio, era indispensabile una reazione che non lasciasse adito a dubbi, e c’è stata. 5-1, risultato rotondissimo e perentorio già dopo 45 minuti, col Milan avanti di tre reti. Anche qui, al netto dell’avversario, i segnali che provengono dai singoli sono molto positivi. Andre Silva scalpita per un posto da titolare in campionato e segna due gol in dieci minuti, siglando il 2 e il 3 a 0. Bene anche Calhanoglu, il fantasista dal quale i tifosi rossoneri si aspettano tanto.
Discorso a parte merita invece l’Atalanta, vera protagonista della serata. L’Everton è una squadra di ottimo livello, con giocatori come Stekelenburg, Jagielka, Baines, Besic, Schneiderlin, Mirallas e Rooney. Un avversario quindi di tutto rispetto, ed essere riusciti a regolarlo in appena 45 minuti aumenta il prestigio dell’impresa. Una squadra, quella di Gasperini, che ha perso alcuni dei suoi uomini migliori, come Conti, Kessié e Gagliardini, ma che ha mantenuto intatta la propria identità e l’acquisizione di principi tattici ben definiti. Magistrale il gol del 2 a 0 firmato da Alejandro Gomez, capitano, numero 10 e leader di questa squadra. Il tutto poi nella cornice del Mapei Stadium, a Reggio Emilia, e non tra le mura molto più familiari dell’Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo. Un 3 a 0 che può essere definito storico.