Il closing del Milan subisce un altro slittamento, proprio ora che sembrava davvero tutto fatto. Fissati gli appuntamenti con avvocati e notai e prenotati i voli che avrebbero dovuto portare gli investiori cinesi a Milano per siglare la storica cessione del club. Era previsto anche un incontro tra i nuovi proprietari ed il sindaco Beppe Sala, magari anche per parlare del progetto sul nuovo stadio. Invece quella del 3 marzo non sarà la data che ufficializzerà la fine dell’era Berlusconi ed il passaggio di proprietà, con l’assemblea dei soci del Milan, già convocata, che ratificherà un probabile nulla di fatto.
Il fondo cinese Sino Europe Sports ha infatti chiesto un ulteriore rinvio di 30 giorni. Colpa dei ritardi nei pagamenti che la cordata guidata dai due uomini d’affari Yonghong Li e Han Li sta accusando per acquisire il 99% del Milan. All’appello mancano infatti 170 dei 420 milioni che Sino Europe si era impegnata a versare alla firma del contratto: 320 a Fininvest per l’acquisto del club, che si vanno ad aggiungere ai 200 della caparra pagata tra agosto e dicembre e ai 100 per le spese di gestione e i primi colpi di mercato.
Ma cos’è accaduto? Si sono rincorse molte voci, su un rimpasto all’interno della cordata con Yonghong Li investitore unico affiancato da altri finanziatori o addirittura di una richiesta di dilazione dei pagamenti per un investimento che nel complesso si aggira attorno al miliardo. Fonti vicine al fondo cinese parlano di difficoltà riscontrate nel raccogliere in Cina le autorizzazioni a versare i 320 milioni per via delle regole sull’espatrio dei capitali, con due investitori che avrebbero chiesto altre due settimane per versare la loro quota. Da Fininvest trapela anche leggera preoccupazione per via di una presunta contrarietà del governo cinese, in quanto la svalutazione della moneta implicherebbe ulteriori investimenti.
La seconda richiesta di rinvio ha suscitato il malumore e le perplessità del patron Berlusconi, che dunque rimarrà sicuramente presidente almeno fino a fine marzo. Resta comunque l’ottimismo di condurre in porto la trattativa. La soluzione c’è già e avrebbe già incontrato la disponibilità di Fininvest: i cinesi sono pronti a versare ulteriori 100 milioni nelle prossime settimane, per un totale di 300 milioni di caparra. Gli avvocati della holding stanno già lavorando per mettere a punto i dettagli della proroga del closing, che verrebbe ufficializzata entro domani, ossia la scadenza del termine originario.