BRUXELLES – Ha sollevato non pochi interrogativi l’accordo a sorpresa siglato lunedì scorso dalla premier italiana Giorgia Meloni e dal primo ministro albanese Edi Rama sulla creazione di due centri di accoglienza per i migranti, e non solo in Italia. Adesso la Commissione europea chiede all’Italia chiarimenti sull’accordo tra Roma e Tirana per accogliere i richiedenti asilo, in quanto le pratiche sono gestite dall’Unione europea.
I punti dell’intesa
Nove pagine di protocollo che resterà in vigore per 5 anni, nelle quali vengono illustrati 14 articoli che regolano le spese e l’organizzazione dei due centri ipotizzati. La giurisdizione, la sicurezza interna e i costi delle strutture saranno in capo a Roma. Previsto un anticipo di 16,5 milioni di euro che l’Italia dovrà dare all’Albania per procedere all’accordo con una garanzia di altri 100 congelati sul conto bancario. Secondo l’accordo, nei centri sarà assicurato il diritto di difesa e i migranti non potranno uscire dalle strutture, la cui capienza massima sarà di 3mila persone.
Il governo spaccato in due
I malcontenti dilagano all’interno del governo. In risposta il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiega che l’intesa “’rispetta tutte le norme comunitarie, diversamente da altri accordi che sono stati fatti da altri Paesi”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi parla di accordo “innovativo”, frutto di “una collaborazione con un Paese amico e fratello” e anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si dice soddisfatto. Una nota del partito Lega smentisce il nervosismo del leader nei confronti di Giorgia Meloni, ipotesi sollevata da alcuni retroscena giornalistici: “Non c’è alcun malumore. Peraltro l’accordo è utile e positivo”, si legge. Per il vicesegretario della Lega Andrea Crippa l’accordo “È una buona mossa”. Mentre per il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana si tratta di una chiara ammissione “di non essere in grado di accogliere” e auspica un miglioramento dei sistemi di accoglienza.