LAMPEDUSA – Sbarchi senza fine a Lampedusa: tra giovedì 14 e l’alba di venerdì 15 marzo sono approdati almeno settecento migranti. L’ultimo soccorso è stato effettuato dalla motovedetta V1302 della guardia di finanza che ha individuato un barcone con a bordo 97 migranti. Il gruppo, composto da egiziani, siriani, pakistani e sudanesi, viaggiava su un barca di legno salpata da Zawia in Libia, dopo aver pagato un’ingente somma di danaro – dai 4 ai 6 mila euro – a testa. I 97 si vanno a sommare ai 91 migranti, tra loro anche quattro minori, soccorsi dalla motovedetta Cp302 della guardia costiera e portati a molo Favarolo, mentre la barca è stata lasciata alla deriva.
Sono 137, invece, i migranti sbarcati a Lampedusa a partire dalla mezzanotte. Sull’isola giovedì, in 24 ore, ci sono stati otto sbarchi con un totale di 431 persone. Gli ultimi soccorsi, fatti da capitaneria e guardia di finanza, hanno riguardato un gruppo di 65, tra cui tre donne e quattro minori, nigeriani, sudanesi, senegalesi, somali e ivoriani partiti da Zawia in Libia e 47, tra cui tre donne, gambiani, malesi, senegalesi e somali salpati da Sfax in Tunisia.
I soccorsi
I carabinieri, invece, hanno bloccato a Cala Pisana 25, tra cui tre donne e un minore, eritrei, gambiani, etiopi e nigeriani salpati da Tagiura in Libia. La barca in vetroresina di otto metri è stata ritrovata capovolta al molo di Cala Pisana. Intanto, 621 migranti sono stati sistemati all’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa. Per trecento, la prefettura di Agrigento, ha disposto il trasferimento con il traghetto di linea Sansovino che giungerà in serata a Porto Empedocle.
Oltre sessanta i migranti morti di fame, sete e ustioni
Gli sbarchi sono continui e il prezzo da pagare è sempre più alto. Nelle ultime ore, sono oltre sessanta i migranti, tra cui cinque bambini, morti di ustioni, fame, sete su un gommone rimasto invisibile per una settimana nonostante le richieste di aiuto. Corpi gettati nell’infinita tomba a cielo aperto del Mediterraneo da chi era ancora rimasto in vita. Donne costrette a dire così addio ai loro figli. Persone che hanno visto spegnersi sotto i loro occhi i compagni di viaggio con cui si erano imbarcati una settimana fa dalla Libia. Sono racconti dell’orrore quelli riportati ai volontari di Sos Mediterranée dai 25 superstiti a bordo della Ocean Viking.
Il bilancio delle vittime, intanto, si aggiorna di ora in ora. Ha combattuto fino all’ultimo, ma il suo corpo provato dalla fame e dalla sete si è arreso. È morto nella notte, infatti, uno di quei 25 superstiti soccorsi dalla Ocean Vikings giovedì 14 marzo. Venerdì mattina, infine, almeno 16 migranti, tra cui quattro bambini, sono morti dopo che il gommone sul quale stavano viaggiando è affondato a largo di Eceabat, località costiera della Turchia, sullo stretto dei Dardanelli.