ROMA – È arrivato il primo sì all’emendamento al dl flussi presentato dalla relatrice del provvedimento, la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, che cambia le regole sui procedimenti di convalida e trattenimenti dei migranti destinatari di protezione internazionale. Una volta concluso l’ter in parlamento, il testo affiderà la competenza in materia alle corti d’appello, esautorando i tribunali.
Nelle intenzioni del governo, la revisione al disegno di legge – ribattezzato dalle opposizioni “Musk” in quanto presentato dopo i tweet polemici del patron di Tesla contro i giudici italiani – sarebbe necessaria a evitare che i giudici delle sezioni specializzate, ritenuti politicizzati e vicini alla Sinistra, possano fare ostruzione creando un caso politico da sfruttare per le opposizioni.
E proprio da queste ultime si sono levati cori di protesta contro l’esecutivo, tacciato di voler portare a casa l’ennesima vittoria elettorale giocando sulla pelle dei migranti. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta di “un inaudito intervento punitivo del governo nei confronti di uno dei tre poteri dello Stato”.
Unanime la condanna del Partito democratico, che considera l’approvazione “una pagina buia per il Parlamento”. La lunga maratona in commissione per ottenere a tutti i costi l’ok sarebbe “una chiara vendetta contro chi, applicando la legge si è rifiutato di piegarsi a richieste che violano i principi del diritto”, sostengono i dem, sempre più preoccupati dal disinteresse dell’esecutivo per la gestione dei flussi migratori. Un tema da sempre divisivo, ora ancora di più dopo quello che il Pd chiama “il caos normativo e gli enormi costi per le casse dello Stato derivanti dall’Accordo Italia-Albania” che non sembrerebbero aver cambiato la linea del governo.