ROMA – Lo sdegno della premier Giorgia Meloni sulla sentenza di Catania appare chiaro. Ancora una volta al centro il tema migranti. Il giudice di Catania “rimette in libertà, con motivazioni incredibili (le caratteristiche fisiche del migrante), un immigrato irregolare, dichiarando unilateralmente la Tunisia paese non sicuro e scagliandosi contro i provvedimenti del governo”, ha dichiarato la premier sui social.
Il giudice, infatti, non ha convalidato il trattenimento di tre migranti nel centro per il rimpatrio di Pozzallo, dichiarando illegittimo il decreto del governo in più parti. Secondo il giudice, la normativa in vigore sarebbe incompatibile con quella dell’Unione europea poiché non prevede una valutazione individuale del singolo richiedente asilo. In particolar modo, si pone sotto accusa la procedura di trattenimento e la cauzione di 5mila euro per quei migranti che non vogliono entrare in un centro di accoglienza.
Il Ministero dell’Interno ha già fatto sapere che impugnerà il provvedimento del Tribunale. Intanto, la responsabile immigrazione di Fdi, Sara Kelany, ha annunciato la volontà di comprendere se, nella sentenza, si siano superati i limiti della Costituzione.
L’azione del governo per fronteggiare la migrazione illegale è “un lavoro difficile, ma tutto diventa ancora peggio se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’illegalità”, aggiunge la premier Meloni sui social. Critico anche il leader della Lega, Matteo Salvini. “I tribunali non sono sedi di sinistra, faremo chiarezza”, ha detto il ministro. L’Associazione nazionale magistati di Catania, invece, esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte.
Frasi che si aggiungono alla polemica dei giorni scorsi tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Non sono bastate le 7 navi Ong finanziate da Berlino e presenti sul Mediterraneo. Ad alimentare la polemica, ora, anche l’annuncio del governo tedesco di maggiori controlli alla frontiera con Austria, Svizzera e Repubblica Ceca, innervosiscono il ministro Crosetto. “Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa”, ha twittato il ministro di Fdi. Anche Tajani interviene nel dibattito e dal Berlusconi day di Forza Italia, attacca la Germania e i controlli alle frontiere.