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HomeEsteri Migranti, Lukashenko: “No al conflitto”. Ue: “Pronte nuove sanzioni”

Migranti, Lukashenko:
"No al conflitto"
Ue: "Pronte nuove sanzioni"

La Lituania chiede la No fly zone

L'Iraq annuncia primo volo di rimpatrio

di Andrea Persili15 Novembre 2021
15 Novembre 2021

epa09572071 A handout photo made available by Belta news agency shows Polish authorities taking position as migrants gather on the Belarusian-Polish border in the Grodno region, Belarus, 08 November 2021 (issued 09 November 2021). According to the State Border Committee of Belarus, there are more than two thousand people near the border, including women and children, who want to obtain asylum in the European Union, 'and they do not consider the territory of the Republic of Belarus as a place of stay.' Against this background, the Polish authorities announced preparations for a breakthrough across the border. The territory is guarded by several thousand employees of the Polish special services. The migration crisis at the border of Belarus has been going on since the spring of 2021. Belarus President Alexander Lukashenko said that after the introduction of new EU sanctions against Minsk, the Belarusian authorities will no longer interfere with the movement of illegal migrants to the European Union. EPA/LEONID SCHEGLOV / HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

“La Bielorussia è pronta a rimandare i migranti in patria, ma loro non vogliono tornare”. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko continua a respingere le accuse di aver innescato la crisi migratoria al confine con la Polonia, anche se dice di “essere in grado di combattere in caso di nuove sanzioni da parte dell’Unione europea”. Da giorni 4mila persone, tra cui donne e bambini, sono accampate davanti al confine polacco, dove tentano di penetrare illegalmente aiutate dalle forze di sicurezza bielorusse. Una “guerra ibrida”, secondo gli osservatori internazionali, che punta – per il regime di Minsk – a destabilizzare la Ue.

Malgrado il presidente bielorusso ribadisca di non volere un conflitto al confine e si dica disposto a trasportare i migranti in Germania con i jet della compagnia di bandiera Belavia, i toni tra Minsk e Bruxelles rimangono accesi. Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, minaccia nuove sanzioni, pur escludendo una soluzione di tipo militare. “C’è un quinto pacchetto di misure pronto nei confronti di persone, compagnie aeree, agenzie di viaggio e chiunque sia coinvolto con questa situazione illegale ai confini, che deve cessare ora”, dice Borrell al Consiglio degli Affari esteri a Bruxelles. La Lituania, paese al confine con la Bielorussia, va oltre e chiede la creazione di una “no fly zone” sull’aeroporto di Minsk per evitare che vi sbarchino nuovi migranti. Per Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri lituano,  è infatti “cruciale bloccare i voli per far cessare il traffico di esseri umani”.

Intanto, il governo iracheno annuncia che giovedì organizzerà il primo volo di rimpatrio, su base “volontaria”, per i suoi cittadini bloccati al confine tra la Polonia e la Bielorussia. “L’Iraq effettuerà un primo volo per coloro che desiderano tornare volontariamente il 18 novembre”, afferma il portavoce del Ministero degli Esteri, Ahmed al-Sahaf.

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