CATANIA – La giudice del tribunale di Catania Iolanda Apostolico ha deciso di non convalidare il trattenimento di altri quattro migranti tunisini nel cpr di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa. Si tratta del secondo provvedimento dopo quello del 30 settembre scorso, quando la giudice ha accolto il ricorso di un migrante di origini tunisine sbarcato il 20 settembre a Lampedusa e trasferito a Pozzallo. La giudice si è appellata agli articoli 3 e 10 della Costituzione disapplicando di fatto, ancora una volta, il decreto del governo Meloni.
In uno dei quattro provvedimenti in cui nega la convalida del trattenimento si legge: “Il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda”. La giudice ribadisce inoltre, come già scritto in altre ordinanze, che lo status di richiedente asilo si assume con la manifestazione della volontà di invocare la protezione e nei 4 casi trattati tale volontà è stata espressa già a Lampedusa. Infine rileva che la norma del cosiddetto decreto Cutro che prevede il pagamento di una somma a garanzia – 4.938 euro – per evitare il trattenimento è “incompatibile con la direttiva Ue del 2013”.
Arrivi e trasferimenti
Questa mattina altre 49 persone di origine tunisina sono sbarcate a Lampedusa e sono state trasferite nell’hotspot di contrada Imbriacola. Attive da ieri anche le procedure di trasferimento. In serata 378 migranti sono stati trasferiti: di questi 178 con volo Oim per Bergamo e 200 con il traghetto di linea Galaxy in direzione Porto Empedocle.
La bufera politica
La sentenza di oggi di Apostolico si inserisce all’interno di un clima particolarmente teso, anche a causa dei provvedimenti analoghi che hanno seguito la decisione di Iolanda Apostolico. Come quello del collega Rosario Cupri che nei giorni scorsi non ha convalidato sei trattenimenti. Per questo motivo la Lega ha deciso di agire con una riforma. Il partito guidato dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini è al lavoro per suggerire un cambiamento delle sezioni dei tribunali specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea. La riforma dovrebbe modificare struttura e compiti proprio delle sezioni da cui stanno provenendo le sentenze e le ordinanze sgradite al governo, affidando invece la giurisdizione al Tar o alle Corti d’Appello dove si ritiene ci siano magistrati più imparziali.
Il video della discordia
Clima teso anche dopo la pubblicazione di un video in cui Apostolico era stata filmata mentre, ad agosto 2018, protestava contro la decisione dell’allora ministro dell’interno Salvini di non far sbarcare in porto 150 profughi. In un’intervista al quotidiano La Repubblica il deputato leghista Anastasio Carrà si prende il merito di essere stato il primo ad aver riconosciuto la giudice in mezzo alla protesta e di aver passato l’informazione a Salvini, ma nega perentoriamente di essere il responsabile della pubblicazione del video.
Magistratura e politica divise
Le opinioni si spaccano sul tema. Dalla parte della giudice si schierano cento giuristi che descrivono l’attacco del governo alla giudice Apostolico “intollerabile”. La mancata convalida è “ampiamente motivata sulla base del diritto e della giurisprudenza europea – scrivono – e la privazione della libertà dei tre migranti decisa dal questore, è un’aperta aggressione a due fondamentali principi della Costituzione”. I giudici sottolineano l’indipendenza della giurisdizione e condannano l’operazione di dossieraggio della politica. Dall’altra parte il presidente del Senato Ignazio La Russa, ospite a “È sempre Cartabianca” su Rete 4, ha affermato: “Personalmente ho grande rispetto per la magistratura, ma se un magistrato sbaglia non può essere esente da critiche”.