ROMA – Lo scorso sabato 2 novembre la Corte dei Conti ha aperto un’indagine preliminare per possibile danno erariale in merito al trasporto di 16 migranti in Albania verso i nuovi centri predisposti al di là dell’Adriatico per l’identificazione e l’analisi delle richieste di asilo degli immigrati diretti verso l’Italia. L’iniziativa dell’organo di controllo prende il via da 2 esposti presentati da Italia Viva e Cinque Stelle a fine ottobre, relativamente ai costi sostenuti per le strutture a Shengjin e Gjader.
La Procura valuterà ora se esistono i presupposti che possano configurare il danno, per poi decidere se archiviare il caso o aprire un fascicolo. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha detto più volte che è stato stanziato un budget di 134 milioni di euro all’anno per il mantenimento di tali centri per il rimpatrio (Cpr): la spesa complessiva si aggirerebbe intorno ai 670 milioni. Per il governo, tutto ciò consentirà di abbassare le spese per la gestione della prima accoglienza “che oggi sono pari a circa 1 miliardo e 700 milioni l’anno”. Attualmente, però, figurerebbero altre voci di spesa: il vitto e l’alloggio delle forze di polizia italiane (circa 300 unità) sfiora i 9 milioni di euro. Il costo giornaliero per ogni singolo agente si aggira sugli 80 euro.
Inoltre, non sarebbe tra le intenzioni dell’esecutivo attendere la pronuncia della Corte Europea di giustizia dopo il rinvio da parte del tribunale di Bologna che ha chiesto di esprimersi sulla definizione di Paese sicuro e sulla gerarchia delle norme. Un’iniziativa che ha scatenato la violenta reazione delle forze di maggioranza tanto che l’Anm ha indetto domenica per lunedì 4 novembre un’assemblea straordinaria nel capoluogo emiliano, in segno di solidarietà verso i giudici attaccati. La presidente del sindacato delle toghe emiliane, Eleonora Pirillo, non nasconde “preoccupazione per le esternazioni di alcuni esponenti del Governo e parte della stampa”.