Non si bloccano gli sbarchi a Lampedusa. Nella notte un altro barchino di legno, con ventisette persone, di cui quindici uomini, quattro donne e otto bambini, è arrivato nel porto dell’isola siciliana, dove è stato intercettato dalla Guardia di Finanza.
I migranti, che si aggiungono ai ventotto arrivati ieri, raccontano di essere partiti da Zuwara, la spiaggia libica più vicina alla Tunisia, e vengono dalla repubblicana nordafricana, dal Pakistan e dalla Siria.
L’intelligence italiana conferma l’ipotesi di un cambio di rotta e metodo da parte dei trafficanti di uomini per poter sbarcare senza essere intercettati a Lampedusa in minor tempo. Ancora critiche, inoltre, le condizioni dell’hotspot dell’isola, che accoglie un numero di migranti superiore al doppio della sua capienza di 95 persone.
“Il fenomeno degli sbarchi è identico a prima, con la differenza che prima non se ne poteva parlare”, ha spiegato il sindaco della città sicula Salvatore Martello. “Nessuno poteva raccontare se c’era o non c’era uno sbarco – ha continuato il primo cittadino dell’isola –. Non teniamo più il conteggio, ma abbiamo assistito a una diminuzione delle persone che arrivavano in Italia già nel 2017. Io, però, ho sempre detto che il numero delle imbarcazioni nel 2018 era aumentato rispetto all’anno precedente, mentre il numero delle persone era in continua diminuzione – ha aggiunto Martello –. C’è stata un’assenza dell’informazione nel 2018 e nel 2019. Ora che è cambiato il governo tutti vogliono documentare, tutti vogliono sapere”.
Sulla questione è intervenuta anche la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini: “Sono oltre trecento i migranti arrivati sulle coste della Sicilia, Sardegna e Calabria negli ultimi tre giorni, mentre Lampedusa scoppia e si prevede una nuova massiccia ondata di arrivi. E mentre Macron rassicurava Conte sulla redistribuzione in Europa, i suoi gendarmi rispedivano in Italia settanta irregolari – ha proseguito la senatrice azzurra –. La svolta che il premier italiano rivendica è dunque solo e soltanto fumo negli occhi. Molti stati membri proclamano la loro solidarietà verso l’Italia però hanno proposto di tagliare ben sessanta milioni di euro di fondi europei stanziati per la revisione del regolamento di Dublino. Che, come ormai tutti sanno, è il macigno che impedisce di aiutare i Paesi di primo ingresso come l’Italia”, ha concluso Bernini.