WASHINGTON – Meta sospende il sistema di fact-checking su Facebook e Instagram. La notizia è arrivata nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, con un post pubblicato sui social dallo stesso Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato della società Meta, ex Facebook. Il provvedimento punta a eliminare il sistema di controllo delle notizie per mezzo di organizzazioni terze, esterne e indipendenti da Meta, che era stato introdotto nel 2016 per valutare i post falsi o fuorvianti. Al suo posto la società utilizzerà le cosiddette “note di contesto”, ovvero delle annotazioni, proposte dagli utenti, che aggiungono chiarimenti e contestualizzano le notizie poco credibili. Questo sistema è stato introdotto per la prima volta sulla piattaforma X da Elon Musk, il quale si è anche congratulato con Zuckerberg per la sua decisione.
All’origine della scelta, ha spiegato il patron di Meta, la volontà di liberare i social dal sistema di censura che, a suo parere, si era ormai imposto per colpa della politicizzazione delle organizzazioni cui veniva affidato il controllo. Sistema che, secondo Zuckerberg, sarebbe stato favorito dai governi: “Lavoreremo con il presidente Trump per respingere i governi di tutto il mondo che se la prendono con le società americane e premono per una censura maggiore”. Un attacco rivolto proprio all’Unione Europea, accusata di avere “un sempre crescente numero di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono più difficile realizzare qualsiasi innovazione”.
Con questa decisione il multimiliardario Usa dimostra di volersi avvicinare alle posizioni del neoeletto presidente Trump e di essere intenzionato a collaborare con il nuovo governo repubblicano. In risposta alle accuse di Zuckerberg, una portavoce della Commissione Europea ha dichiarato che “la moderazione dei contenuti non significa censura”, e ha precisato che “la libertà di espressione è al centro del Digital Services Act (Dsa), che stabilisce le regole per gli intermediari online per contrastare i contenuti illegali, salvaguardando la libertà di espressione e d’informazione: nessuna disposizione del Dsa obbliga gli intermediari online a rimuovere i contenuti leciti”. Nel frattempo, la vincitrice del premio Nobel per la pace 2021, Maria Ressa, in un’intervista all’Afp in merito alla decisione di Zuckerberg, ha messo in guardia sui “tempi estremamente pericolosi che ci attendono”.