Sul Mes, la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità, si infiamma sempre di più lo scontro politico. Non più tra maggioranza e opposizione, ma ora anche nella compagine giallorossa.
Ieri pomeriggio il premier Giuseppe Conte, che lunedì parlerà alla Camera, ha attaccato duramente il leader della Lega Matteo Salvini, che da giorni lo accusa di aver “tradito il popolo italiano”. “Spazzerò via mezze ricostruzioni e menzogne – ha detto il premier- Salvini vada in procura a fare l’esposto e io lo querelerò per calunnia”. Oggi il leader dell’opposizione reagisce in un’intervista a La Stampa dicendo che il premier “copre l’Italia di bugie, perché con il fondo salva-Stati sono a rischio i soldi degli italiani”. Salvini chiede poi l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché Conte avrebbe ignorato la risoluzione delle Camere del 19 giugno che impegnava il governo a rendere note le proposte di modifica al Mes.
Intanto nel Movimento 5 Stelle cresce il malcontento. La riforma non convince la maggior parte dei parlamentari, che ieri hanno dato mandato al Capo politico Luigi Di Maio di chiedere a Conte un rinvio per migliorare il testo, ipotesi che viene cavalcata anche da Alessandro Di Battista. Una convergenza con la Lega, quindi, che aveva fatto parlare addirittura di un ritorno di fiamma tra l’attuale ministro degli Esteri e Salvini. “Che io sappia non c’è” dice oggi ad Agorà su Rai3 il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Ma anche Liberi e Uguali si schiera. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato che “sul Mes ha senso l’ipotesi di un rinvio volto a favorire una valutazione di pacchetto in cui si affronti anche la questione dell’Unione Bancaria”. La maggioranza, quindi, è spaccata in due: LeU e M5S sono per il rinvio del trattato, Partito Democratico e Italia Viva per firmarlo.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, nel frattempo, in un colloquio con Quotidiano Nazionale prova ancora a calmare le acque. “La riforma – ha detto – non introduce alcuna novità problematica e non presenta nessun rischio per l’Italia che non ha e non avrà bisogno di chiedere il sostegno, perché il paese è solido”.