“America first”. Donald Trump sta mettendo in atto lo slogan della sua campagna elettorale che lo ha portato a diventare il 45esimo presidente degli Stati Uniti. La lotta alla globalizzazione, a colpi di pesanti dazi sulle importazioni, è vista da Trump come lo strumento per tutelare i lavoratori americani e aumentare l’occupazione.
Misure che il presidente repubblicano ha annunciato ufficialmente in questi giorni, proprio mentre è in corso la conferenza di Davos: dazi del 30% su pannelli e lavatrici importati negli Stati Uniti. Un accentuato protezionismo che punta a colpire soprattutto l’economia cinese e quella sudcoreana. Ma Trump sarebbe intenzionato a non fermarsi qui: presto le tariffe potrebbero riguardare anche l’acciaio, l’alluminio e la proprietà intellettuale, con il rischio di scatenare una vera guerra commerciale con Pechino.
I leader mondiali riuniti a Davos – dove Trump interverrà domani – hanno criticato senza troppi giri di parole il protezionismo americano. “Oggi, cento anni dopo la catastrofe della Grande Guerra – ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel – dobbiamo chiederci se abbiamo davvero imparato la lezione della storia, e a me pare di no. L’unica risposta è la cooperazione e il multilateralismo”. Parole che sembrano riferirsi chiaramente all’attuale amministrazione americana. “Il protezionismo – ha puntualizzato Merkel – non è la risposta”.
Le proteste più vibranti arrivano da Cina e Corea del Sud, che temono per la produttività delle loro aziende leader come Lg e Samsung. “Una decisione eccessiva che apparentemente costituisce una violazione delle disposizioni del Wto”, ha dichiarato il ministro del Commercio di Seul Kim Hyun-chong, mentre per Pechino si tratta di “un abuso dei rimedi commerciali”. Entrambi i Paesi hanno già annunciato il ricorso al Wto.
A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato il Segretario del Tesoro americano Steven Mnuchin, per il quale “un dollaro debole fa bene agli Stati Uniti da un punto di vista commerciale. Gli Usa – secondo Mnuchin – sono assolutamente favorevoli al libero mercato”. Come prevedibile però, non si sono fatte attendere le prime conseguenze pratiche ai dazi annunciati da Trump: la sudcoreana Lg ha annunciato infatti un aumento dei prezzi per le sue lavatrici vendute in America.