Il Parlamento tedesco ha deciso per l’allontanamento del massimo responsabile dei servizi d’intelligence americano nel territorio federale, dichiarato persona non grata ed espulso: deve lasciare il Paese entro le prossime ore. Già lo scorso dicembre la Merkel aveva avvisato il presidente Obama riguardo le poco gradite attività di spionaggio della Cia in Germania: la cancelliera aveva paragonato la Nsa (National Security Agency) alla Stasi, l’agenzia d’intelligence della Germania dell’Est, che poco prima della caduta del muro di Berlino le avrebbe anche offerto il ruolo di spia. Ma a Frau Merkel non piace lo spionaggio: “She’s not amused”, “non si è divertita” ha detto il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, significativamente in inglese. Perché ora, a parti invertite rispetto alla guerra fredda, sono gli americani a surriscaldare i rapporti diplomatici con gli alleati attraverso le attività di spionaggio.
L’intolleranza della Merkel affonda le sue radici nello scandalo Datagate, che vide ben 35 capi di Stato intercettati dai servizi segreti Usa, con il cellulare della stessa cancelliera sotto controllo.
Obama dal canto suo aveva promesso che queste attività erano legate alle passate amministrazioni e che non avrebbero avuto ulteriore seguito. Ma ieri, il governo tedesco ha reso noto di aver individuato una sospetta spia americana nel ministero della Difesa. Solo pochi giorni prima un impiegato dell’intelligence tedesca era stato arrestato con l’accusa di essere un informatore della Cia, e aveva ammesso di aver passato documenti a un contatto americano. Steffen Seilbert, portavoce della Merkel, ha annunciato: “La richiesta è stata fatta alla luce dell’indagine in corso, condotta dal capo della procura federale, e delle richieste che sono state avanzate da mesi sulle attività dei servizi di intelligence Usa in Germania”.
Mentre il ministro degli Interni, Thomas De Maiziere, ha tenuto a precisare: “Le informazioni comprate sono ridicole, il danno sproporzionato”. Perché, se è vero che l’irritazione della Merkel è giunta ad alti livelli, la linea ufficiale del governo ridimensiona l’accaduto, e la stessa attività di spionaggio Usa: “Spiare gli alleati è una perdita di tempo”, ha detto la cancelliera, mentre sempre Schaeuble denunciava la “stoltezza” dei servizi. Ma è un tentativo malriuscito. Anche la stampa tedesca se ne accorge: “Terremoto diplomatico”, sentenzia Spiegel, mentre Bild titola “Eiszeit”, l’equivalente del nostro “era glaciale”.
Nicola Stacchietti