Angela Merkel è furiosa. La National Security Agency (Nsa) americana ha spiato – e probabilmente spia ancora – il suo telefonino. La cancelliera ha chiesto immediate spiegazioni al presidente americano, e il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha ribadito che gli Stati Uniti “non stanno controllando e non controlleranno le sue comunicazioni”. Intanto, a palazzo Chigi si è svolto il dialogo tra Enrico Letta e il segretario Usa, John Kerry, sulle ipotesi di intercettazioni agli italiani e anche qui l’America rassicura il partner europeo promettendo accurate indagini al fine di scongiurare eventuali violazioni.
Non sembra trovare un epilogo, quindi, lo scandalo del Datagate. Con quest’ultima pesantissima accusa a danno degli 007 americani, il governo federale tedesco protesta vigorosamente rischiando di arrivare ad un incidente diplomatico. La Merkel ha chiamato il presidente Barak Obama e preteso una “spiegazione immediata” sull’accaduto. “Se fosse tutto confermato, il controllo del mio telefono sarebbe del tutto inaccettabile”, ha tuonato la cancelliera. Dall’altro capo del telefono, Obama ha negato tutto. E Jay Carney, si è affrettato ad assicurare che il cellulare del primo ministro non è mai stato controllato. “Siamo impegnati a raccogliere informazioni di intelligence stando attenti a trovare un equilibrio tra sicurezza e tutela della privacy”, ha detto il portavoce Usa. Secondo lo Spiegel on line invece, che per primo ha dato la notizia in Germania, le informazioni confermerebbero che il cellulare della Merkel sarebbe stato sottoposto a controlli da anni. Contattata dal giornale, una portavoce del Consiglio di Sicurezza Usa, ha detto che “il presidente ha assicurato la cancelleria: nessuna intercettazione”. Secondo il giornale, il governo avrebbe ricevuto informazioni sul possibile spionaggio del cellulare dal Bundesnachrichtendienst, i servizi segreti esterni, e dall’Ufficio federale per la sicurezza informatica.
Nel giugno scorso, nel pieno dello scandalo Dadagate, molto sentito in Germania, nella sua visita di Stato a Berlino, Obama aveva rassicurato la Merkel che l’obiettivo degli Usa era prevenire atti di terrorismo e non spiare gli alleati. Assieme, i due si erano presentati come amici nel discorso storico del presidente davanti alla Porta di Brandeburgo. Una promessa che, però, sembra non essere stata mantenuta. Adesso è probabile che la cancelliera non lasci correre la faccenda e incalzi il presunto “colpevole” finché non otterrà delle risposte plausibili.
Intanto, l’Italia chiede chiarimenti agli Stati Uniti sul caso Datagate. “Perché la privacy dei cittadini va tutelata ed è necessario – dice Letta in occasione dell’incontro con John Kerry svoltosi ieri a Roma – verificare le indiscrezioni su eventuali violazioni” da parte del “grande fratello” d’oltreoceano. Il Segretario di Stato americano, dal canto suo, ha assicurato di aver “messo la problematica sotto revisione” promettendo al suo partner europeo la più piena collaborazione.
Mariangela Cossu