Dopo il trionfo nelle elezioni tedesche di domenica, la cancelliera Angela Merkel si è detta ”aperta” a discutere la formazione di un governo con i socialdemocratici della Spd: ”Abbiamo già i primi contatti con la presidenza del partito. Il che non esclude contatti con altri partiti”, ha continuato. “Per la formazione del nuovo esecutivo, alla luce del risultato delle urne di ieri, non ci sono comunque tempi definiti per i colloqui e io non faccio speculazioni”, ha precisato.Secondo i commentatori, la Spd è poco entusiasta all’idea di un nuova coalizione con la Cdu-Csu, e un’ala interna molto consistente è del tutto contraria. Ha già fatto una volta l’esperienza, nel 2005-2009, quando Peer Steinbrueck era ministro delle Finanze, e allora la Merkel si prese tutti gli allori e la Spd una bastonata al voto nel 2009, incassando il peggior risultato nella storia del partito (23%). Se dunque questa volta il partito socialdemocratico sarà costretto, per ragion di Stato, a dire per una seconda volta sì alla Merkel, glielo farà sospirare e anche pagare molto caro in termini di trattative di governo, chiedendo più ministri e più concessioni sul fronte sociale. Se costretta dalle circostanze ad allearsi con la Cdu-Csu, la Spd potrebbe essere tentata di usare la “minaccia” di un ribaltone a metà legislatura con una maggioranza alternativa rosso-rosso-verde, che ha già i numeri in parlamento.
E’ caccia ai nuovi alleati. Persi i suoi alleati preferiti, i liberali, sbaragliati al voto ieri e finiti fuori dal Bundestag, la Merkel dovrà ora sondare tutte le possibilità di alleanze alternative, bussando a destra e a manca ai partiti dell’opposizione, ma anche facendo attenzione a non pestare troppo i piedi alla “gemella” Csu, che reduce dal grande successo alle regionali in Baviera (dove al voto ha riconquistato la maggioranza assoluta), vorrà di sicuro far sentire la sua voce. Il leader Csu e governatore della Baviera, Horst Seehofer ha già fatto sapere di preferire una grande coalizione coi socialdemocratici e di non gradire in alcun caso un’alleanza con i Verdi: per questa unione «non esiste alcuna disponibilità», ha detto.
Due scelte possibili. Con i Verdi in effetti le distanze sui contenuti sembrano maggiori, soprattutto in tema di tasse, ma sarebbero più facili da gestire. La Cdu-Csu si presenta come il partito anti tasse, mentre i Verdi nel loro programma elettorale hanno addirittura superato la Spd nella richiesta di aumentare l’aliquota massima per i più abbienti (al 49%). Sull’ambiente, dna dei Verdi, la cancelliera invece li ha già fagocitati da tempo quando, dopo il disastro di Fukushima, ha annunciato la chiusura di tutte le centrali nucleari. Inoltre, secondo gli osservatori, i Verdi hanno una gran voglia di tornare al potere e sarebbero più disposti al compromesso dei socialdemocratici. Fra Spd e Verdi insomma, la cancelliera ha due opzioni di scelta, e una maggioranza schiacciante di seggi in parlamento capace di indurre con le buone o le cattive qualsiasi partner ad allearsi. Ma le trattative sono appena iniziate.
Lorenzo Caroselli