L’oro nero non rende più. Il crollo del petrolio, che tocca i minimi storici dopo quasi 21 anni scendendo sotto i 16 dollari al barile (-13,8%), pesa ancora sull’andamento delle Borse. Piazza Affari apre in rialzo con l’indice Ftse Mib che ha iniziato le contrattazioni in progresso dell’1% a 16.615 punti, mentre lo spread Btp-Bund è poco mosso e si assesta a 262 punti base, in marginale calo rispetto alla chiusura di ieri. In Europa gli altri listini, dopo la chiusura in ribasso di ieri, vedono questa mattina un leggero miglioramento.
Sempre per quanto riguarda il greggio, male anche il Wti texano: quotazioni in calo del 7,9%, a 10,6 dollari al barile. A New York ieri il petrolio è arrivato a perdere oltre il 50% nella consegna a giugno, concludendo la giornata di ieri in ribasso del 43%. Un calo pesante che a sua volta affossa Wall Street: il Dow Jones e l’S&P 500 hanno chiuso in flessione rispettivamente del 2,7 e del 3,07 per cento.
In Europa, rispetto a ieri, le aperture attestano un generale rialzo: bene Francoforte che guadagna l’1,17%, poi Londra (+0,8% alle prime battute della seduta) e Parigi che segna un’apertura in aumento dello 0,57%. In Asia, fra tutti i mercati oggi, il più monitorato è senza dubbio quello sudcoreano, in bilico sulla scia delle notizie riguardanti il leader nordcoreano Kim: creano incertezza, infatti, alcune indiscrezioni sulle condizioni di salute di Kim Jong Un, che sarebbe stato sottoposto a un intervento cardiovascolare la scorsa settimana e che, riferiscono diverse indiscrezioni, verterebbe in condizioni critiche. Male anche la Cina, con tutti i principali indici del Dragone che hanno registrato rossi superiori all’1%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha continuato a perdere più di 2 punti percentuali sul finire di seduta.