HomeCronaca Mentre il sindaco di Milano, Pisapia, rinuncia alla sua seconda candidatura, c’è chi, incastrato nella stanza dei bottoni, tira dritto al posto di comando

Mentre il sindaco di Milano, Pisapia, rinuncia alla sua seconda candidatura, c’è chi, incastrato nella stanza dei bottoni, tira dritto al posto di comando

di Samantha De Martin22 Ottobre 2015
22 Ottobre 2015

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, durante la conferenza stampa , oggi 30 giungo 2011 nella sede del comune di Palazzo San Giacomo, di presentazione del bilancio. ''Ci aspettavamo che il governo facesse qualcosa per Napoli e non lo ha fatto. Il decreto e' deludente e pilatesco''. Questo il commento del sindaco di Napoli Luigi De Magistris sul decreto rifiuti varato oggi dal Consiglio dei Ministri. ''Il decreto - ha detto De Magistris nel corso di una conferenza stampa in cui ha illustrato la delibera sul bilancio - serviva perche' qui abbiamo un'urgenza: ma cosi' non la risolve''. ANSA / CIRO FUSCO

Chi lascia e chi, invece, decide di continuare a correre, cavalcando l’onda del dissenso. È variegato il mosaico dei sindaci italiani tra chi pensa di rinunciare alla poltrona e chi, invece, continua ad occuparla, nonostante questa continui a diventare troppo stretta.

Appellandosi alla coerenza piuttosto che alla stanchezza, Giuliano Pisapia, sindaco di Milano aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alle elezioni comunali previste nel 2016. Una decisione che il primo cittadino – eletto  nella primavera del 2011 – aveva reso nota qualche mese fa nel corso di una conferenza stampa.Una scelta che si contrappone, in modo evidente, alla decisione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, le cui recenti vicende hanno reso la poltrona del Campidoglio sempre più traballante. Stretto nella sua ultima trincea dell’aula Giulio Cesare, il sindaco dimissionario continua a tenere con il fiato sospeso elettori e detrattori circa la definitiva conferma del suo addio alla città. Tra dieci giorni, infatti, le dimissioni del sindaco diverranno esecutive e potrebbero far calare il sipario su una vicenda che – a partire dalla tanto discussa assenza del sindaco durante il sontuoso funerale di Vittorio Casamonica – ha assistito ad una lenta e inesorabile parabola discendente del sindaco chirurgo “marziano” e un po’ sbadato. Sta di fatto che a Marino la poltrona non dispiace. E lo conferma il fatto che , nonostante il suo solipsismo e l’annuncio di un “dream team”, la grande squadra promessa da Matteo Renzi per il Giubileo, il sindaco non abbia mai abbandonato definitivamente quella nave in balìa di una tempesta perfetta fatta di dubbie cene istituzionali, gaffe e scontrini. E mentre  il presidente nazionale del Pd e commissario del partito nella Capitale, Matteo Orfini  ha dichiarato che non ci sono le condizioni per portare avanti l’esperienza amministrativa della giunta Marino, il primo cittadino ha fatto sapere che rimarrà alla guida di Roma se conserverà la maggioranza. Ma, al momento, a sostegno di Marino ci sarebbero non più di undici consiglieri, i cinque della sua civica, i quattro di Sel e un ipotetico appoggio esterno di Mino Dinoi dal gruppo misto. Un numero troppo esiguo rispetto ai 25 che servirebbero per avere la maggioranza.

In questa corsa alla salvaguardia della poltrona, c’è chi, finalmente, può tirare un sospiro di sollievo. È il caso del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, assolto dalla terza corte di appello di Roma dall’accusa di abuso d’ufficio in relazione alla vicenda dell’acquisizione di tabulati telefonici di politici. «Sono molto contento, finalmente è stata fatta giustizia – ha detto De Magistris – per me finisce un incubo. È stata una vicenda che mi ha procurato molta sofferenza». Il processo faceva riferimento all’acquisizione senza autorizzazione – e dunque «abusiva», secondo i giudici di primo grado – delle utenze di alcuni parlamentari nel 2006, quando il sindaco di Napoli era pm a Catanzaro e titolare dell’inchiesta cosiddetta «Why Not».

Confortato dal parere dei suoi giuristi per i quali la vicenda di De Magistris non ha nulla a che fare con la sua, Vincenzo De Luca – rimasto solo nella sua battaglia contro la Severino dopo l’assoluzione di De Magistris, affida a un tweet, «Keep calm e a lavoro senza distrazioni» le sue speranze. «Su De Magistris la vicenda è chiusa – aveva detto il premier Matteo Renzi rispondendo a una domanda sugli effetti della decisione della Consulta, confermando che le primarie non verranno cambiate -. Rimane De Luca». Ed ancora «Se c’è uno che è in grado di eliminare le ecoballe in Terra dei Fuochi è Enzo de Luca. E io sarò con lui» ha assicurato il premier.

Samantha De Martin

 

 

 

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