Assegni di maternità in calo, congedi per paternità in aumento e generale calo della natalità. Sono questi i dati più importanti che emergono dall’Osservatorio sulle prestazioni a sostegno della famiglia, pubblicato oggi dall’Inps.
Dipendenti del settore privato. Nel 2015 tra i dipendenti del settore privato, esclusi i domestici, le madri beneficiarie dell’indennità sono state 204.174. Il 4,9% in meno rispetto al 2014. Ad usufruire nello stesso anno del congedo obbligatorio di paternità, invece, sono stati 72.630 papà. Un netto aumento se si pensa ai 67.664 del 2014 e ai 50.474 del 2013. In crescita anche il numero totale di lavoratori e lavoratrici che sono stati almeno un giorno in congedo parentale: 298.313, +5,1% rispetto al 2014. A ciò ha contribuito la maggior partecipazione dei padri, che nel 2015 hanno usufruito del congedo parentale in 44.700 casi, +22,3% rispetto all’anno precedente e addirittura +39,8% in relazione a cinque anni prima.
Lavoratrici autonome. Le lavoratrici autonome che nel 2015 hanno avuto l’indennità di maternità sono state 15.027. Un numero in costante calo dal 2011, quando erano state 20.590. In cinque anni si è avuto un calo del 27%. Ad usufruire, invece, del congedo parentale sono state 2.002 (2.460 nel 2011), con un calo che in questo caso è del 18,6% in cinque anni.
Assegno obbligatorio e congedo parentale. L’assegno obbligatorio e il congedo parentale sono due benefici di tipo diverso. Nel primo caso si tratta di permessi di lavoro obbligatori, da sfruttare entro un termine di sei mesi dalla nascita del figlio e pagati interamente dall’Inps. L’assegno di paternità è una novità recente: solo nel 2012, con successive modifiche, la Legge Fornero ha introdotto due giorni di astensione obbligatoria e due giorni di astensione facoltativa per i neo-papà (in quest’ultimo caso da scontare in alternativa alla madre). Il congedo parentale, invece, è un beneficio diverso, che si può richiedere fino ai 12 anni del figlio. Il ricorso a questo istituto, evidenzia l’Inps, è però “ancora limitato”, “anche in riferimento al giorno di congedo obbligatorio, considerando che in Italia, nel 2015, ci sono state circa 486mila nascite”. Nella Legge di bilancio appena approvata il congedo di paternità obbligatorio è stato confermato, con una miglioria a partire dal 2018: da allora i giorni di congedo obbligatorio passeranno da due a quattro, più un giorno facoltativo da scalare anche questa volta dal periodo spettante alla madre.