Continua lo scontro tra Giorgia Meloni da una parte e Matteo Salvini dall’altra sullo scostamento di bilancio per affrontare la crisi energetica. “Chi chiede tempo e dice che si possa aspettare sbaglia: vale per Fdi e per il Pd: sono a rischio chiusura migliaia di imprese”, attacca Salvini. “Lo scostamento del pareggio di bilancio non è la soluzione, è un pozzo senza fondo”, replica la leader di Fdi. Intanto, a pochi giorni dalle elezioni Giorgia Meloni continua a calcare le piazze dell’Italia con i suoi comizi. La leader di Fratelli d’Italia non pensa solamente alla sua vittoria. Ma si augura di poter fare da apripista a Vox, il partito spagnolo di estrema destra guidato da Santiago Abascal. “In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo – ha dichiarato in un’intervista all’agenzia iberica Efe, la concretezza e il pragmatismo dei conservatori sono molto più efficaci delle ricette ideologiche della sinistra”. “Speriamo in un grande trionfo per Giorgia Meloni – risponde a stretto giro il leader nazionalista spagnolo – che credo rappresenti una grande reazione della sovranità delle nazioni europee contro le imposizioni ideologiche e globaliste che vengono fatte da certi uffici delle burocrazie europee”.
Per il segretario del Pd Enrico Letta la sintonia di Fdi con gli ultra nazionalisti spagnoli è la riprova che una vittoria della destra possa mettere in pericolo la collocazione internazionale dell’Italia. E riferendosi a Giorgia Meloni esprime a Dimartedì la sua preoccupazione per il futuro del Paese: “Ha scelto di sostenere Orban, ora parla con toni anti-europeisti, in Spagna vuole che vinca il partito Vox, post-franchista”.
Scontri a Palermo
A Palermo dove, a 500 metri dal palco da cui Giorgia Meloni esponeva i punti del suo partito, un gruppo di manifestanti, muniti di cartelli pro aborto e a favore della tassazione dei ricchi e dell’apertura dei porti, ha provato ad avvicinarsi al teatro Politeama dove i militanti di Fdi erano radunati. A fermarli ci ha pensato la polizia schierata con caschi e scudi per bloccare l’accesso. Ne è nato uno scontro. Un giovane ha lanciato una bottiglia contro gli agenti. Una giornalista di La Repubblica è stata colpita da un manganello. Un ragazzo è stato fermato.
Draghi bis o non Draghi bis?
Manca davvero poco al voto e il leader della Lega Matteo Salvini ci tiene a mettere i puntini sulle i. Nessun ruolo nel futuro eventuale governo di centrodestra per Mario Draghi. Il capo del Carroccio mette all’angolo l’uomo che è stato premiato come statista dell’anno a New York. Ma Carlo Calenda non è della stessa idea. Per il leader di Azione ci sarebbe il 90% delle probabilità che l’ex premier torni a ricoprire la sua carica. Questa opzione, spiega Calenda, potrebbe verificarsi solo a precise condizioni: “Basta che noi prendiamo dal 10 al 12%, e l’unico governo possibile sarà quello di Draghi. Non consentiremo che se ne formi un altro”. Altro elemento necessario perché ciò avvenga è l’assenza del Movimento 5 stelle nella formazione di “un grande polo liberale riformista repubblicano”.
Il Consiglio Cei esorta al voto gli elettori
I vescovi italiani lanciano un appello agli elettori in vista del voto del 25 settembre. “Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli ‘ultimi’ e, per questo, possibile per tutti, e ospitale. Solo così può entrare il futuro”.
Nell’Appello alle donne e agli uomini del nostro Paese” approvato dal Consiglio Episcopale Permanente in corso a Matera, dal titolo “Osare la speranza”, nel paragrafo indirizzato agli elettori i vescovi sottolineano che “c’è urgenza di visioni ampie; di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto. E rivolgendosi ai giovani, i vescovi dicono “di avere fiducia”.