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HomePolitica Meloni sfida gli alleati. Oggi si decide sulle presidenze di Camera e Senato

Meloni sfida gli alleati
Oggi si decide
su Camera e Senato

Berlusconi: "Veti inaccettabili"

Scontro con Salvini sul Tesoro

di Michela Pagano11 Ottobre 2022
11 Ottobre 2022

Giorgia Meloni nel corso del suo comizio elettorale a Caserta. Napoli 18 Settembre 2022. ANSA/CESARE ABBATE

La sfida di Giorgia Meloni agli alleati – per sciogliere i tanti nodi ancora intricati sul futuro esecutivo – entra nel vivo. Oggi la premier in pectore li incontrerà per decidere sulle presidenze di Camera e Senato. In Fratelli d’Italia si considera pressoché chiuso l’accordo: Ignazio La Russa a Palazzo Madama e il leghista Riccardo Molinari a Montecitorio. Non ci sta Matteo Salvini, che invece rilancia come seconda carica dello Stato Roberto Calderoli, anche se è disposto ad accettare Molinari a patto che la leader ceda sulla squadra di governo.

Non sono infatti solo le presidenze delle Camere a necessitare di un’intesa. I tempi stringono, ma la fase delle trattative non è ancora finita. Silvio Berlusconi è furioso per quelli che considera “veti” inaccettabili su nomi di peso. Soprattutto sulla senatrice Licia Ronzulli. Per lei il leader di Forza Italia continua a pretendere un ministero di primo piano: se non la Salute, come da prima richiesta, almeno le Infrastrutture, l’Agricoltura o il Turismo. Non ci sta Giorgia Meloni che invece aveva proposto la vicepresidenza del Senato. Secondo alcune fonti azzurre, Berlusconi vivrebbe questa situazione come un affronto personale e al momento la ricerca di una mediazione non si sta rivelando semplice.

Altro fronte molto caldo è quello dell’Economia. La leader di Fratelli d’Italia è pronta a lasciare il Ministero del Tesoro al ministro uscente dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Anche su questo però Matteo Salvini non ci sta: non vuole garantire una posizione così importante a un suo rivale interno. Fonti interne alla Lega riferiscono che il leader vivrebbe questa situazione come una vera e propria provocazione. E sarebbe disposto a cedere solo se sia assicurata a lui la vicepresidenza più una delega minore come Agricoltura o Infrastrutture.

Insomma, pochi giorni all’insediamento del nuovo governo e altrettante poche certezze: Antonio Tajani agli Esteri, Matteo Piantedosi al Viminale, Adolfo Urso alla Difesa.

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