“Non permetterò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa”. È netta e non arretra di un millimetro la posizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’emergenza migranti. Da New York, dove questa sera alle 19 (ora di New York) interverrà all’assemblea generale dell’Onu, la premier ribadisce la necessità di “dichiarare guerra ai trafficanti di uomini”. E agli altri Paesi chiede non solo solidarietà, ma “fatti concreti”.
Tra i punti fermi espressi da Meloni resta il memorandum d’intesa con la Tunisia, che ritiene essere ancora “la soluzione più sensata” nonostante i “soliti tentativi della sinistra europea di minare un lavoro molto delicato, lungo e faticoso e di non avere spesso il coraggio di farlo a viso aperto”. L’attacco, non troppo velato, è a quelle forze nell’Unione Europea contrarie al piano che invece per la premier andrebbe “utilizzato per tutti i Paesi del Nord Africa”.
Ed è proprio il continente africano l’oggetto del pressing della premier nei confronti dell’Onu, a cui riconosce “un ruolo importante di sensibilizzazione” che potrebbe rivelarsi utile “nella gestione degli hotspot in Libia”. Nel Paese “c’è stata un’inondazione e c’è una situazione difficile” sottolinea la premier. Situazione che ritiene essere diversa da quella in Tunisia e per la quale occorre l’intervento delle “organizzazioni sovranazionali”, perché “se avessimo avuto la bacchetta magica l’avremmo già usata”.
In quest’ottica, il piano migranti della presidente della Commissione europea, – proposto al termine della sua visita a Lampedusa -, pare testimoniare quanto gli appelli dell’Italia non siano inascoltati. Il premier polacco, però, reputa il progetto della von der Leyen “disastroso” perché la soluzione “non è il trasferimento degli immigrati clandestini”. E se in Italia c’è chi reputa questa dichiarazione un imbarazzo per il governo, da oltreoceano Meloni tiene salda l’alleanza con la Polonia chiarendo che il riferimento era “al patto di immigrazione e asilo”, punto su cui anche lei si dice d’accordo.
Intanto, mentre negli Stati Uniti si attende l’intervento della Meloni, in Italia resta alta la tensione sui Cpr. Con Bonaccini che accusa il governo di “parole al vento” e annuncia un incontro a breve con Piantedosi.