L’ex presidente russo Dmitry Medvedev accusa Twitter di ingerenza. Il social network consiglierebbe il profilo di Alexey Navalny ai propri utenti, una posizione “assolutamente politicizzata” secondo Medvedev. Quello che ora è vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia, sulla Tass, ha attaccato personalmente il dissidente, definendolo “canaglia politica” e “una persona che impiega tattiche sconsiderate per arrivare al potere”.
Intanto le proteste a favore della liberazione di Navalny di domenica 31 gennaio, e la pesante repressione della polizia, hanno scosso tutto il paese. Secondo i dati dell’ong Ovd-Info le persone arrestate solo nella giornata di ieri sono state 5.414, di cui ben 1.802 a Mosca e 1.205 a San Pietroburgo. L’agenzia Interfax riporta la difesa delle forze di sicurezza, arrivata dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che ha definito la condotta degli Omon (l’antisommossa russa) “dura, ma nell’ambito della legge”. All’interno delle manifestazioni teppisti e provocatori hanno avuto comportamenti aggressivi nei confronti degli agenti di polizia e con loro “non può esserci dialogo”. Per Peskov, poi, il Fondo Anti-Corruzione fondato da Navalny “ha uno status di agente straniero”.
Dopo l’arresto per 30 giorni, la Procura generale della Federazione Russa sosterrà la legalità dell’annullamento della sospensione della pena per Navalny, viste le violazioni commesse dall’oppositore quando era in Germania per la degenza. Domani si terrà l’udienza e Navalny rischia una reclusione in carcere di 3 anni e mezzo.
A seguito delle reazioni e delle condanne di Stati Uniti e Unione europea, sono arrivate anche le dichiarazioni di Clément Beaune, segretario di Stato francese agli Affari europei. Secondo Beaune, come ulteriore misura punitiva, l’Ue dovrebbe “tenere in conto” l’abbandono del progetto del Nord Stream 2, il gasdotto che rifornirebbe di gas russo Berlino. La decisione spetterà comunque alla Germania.