La più grande tragedia di sempre nel Mediterraneo. Il giorno dopo il capovolgimento del barcone che prima dall’Egitto e poi dalla Libia faceva rotta verso l’agognata Europa, il bilancio delle vittime è ancora incerto. Il sospetto, più che fondato, è che però siano tante, troppe. Questo perché la testimonianza di un migrante soccorso e portato all’ospedale di Catania potrebbe aumentare le stime dell’ennesima tragedia tra due continenti così diversi ma bagnati dallo stesso mare.
“A bordo eravamo 950, c’erano 40-50 bambini e circa 200 donne”. Sono queste le parole di uno dei pochi sopravvissuti, 28 fino ad ora, tratti in salvo dai primi soccorritori. L’uomo, originario del Bangladesh, ha riferito alla procura di Catania numeri diversi rispetto alle stime iniziali che parlavano di circa 700 migranti presenti sulla nave. Il bilancio dunque potrebbe aumentare anche se al momento i corpi senza vita recuperati sono 24, tutti trasportati a Malta.
Sin dall’inizio in ogni caso la portata della tragedia è stata subito evidente. I primi ad avvistare la nave, i membri dell’equipaggio del mercantile portoghese ‘King Jacob’ (nella foto), parlavano di centinaia di persone che, non appena scorta la sagoma del portacontainer lusitano, si erano agitati portandosi tutti su un lato e provocando il capovolgimento dell’imbarcazione. Sotto i piedi dei migranti ‘a vista’ c’erano però centinaia di altre persone. Stando sempre alla testimonianza del migrante bengalese molte persone sarebbero state lasciate nei livelli inferiori della barca e i trafficanti avrebbero chiuso i portelloni, impedendone l’uscita.
Ingenti nel frattempo i mezzi di soccorso impegnati per il recupero delle vittime e, si spera, di eventuali sopravvissuti. Il dispositivo navale impiegato conta 18 unità ed è coordinato dal Centro Nazionale Soccorso della Guardia Costiera. Ne fanno parte anche unità della Marina Militare e della Guardia di Finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex, oltre a mezzi navali di Malta e numerosi mercantili dirottati nell’area. Sono presenti in quel tratto di mare anche numerosi pescherecci della flotta di Mazara del Vallo.
Nel frattempo i migranti sopravvissuti resteranno a bordo della nave Gregoretti, dell’unità della Guardia costiera italiana, su cui sono stati trasferiti dopo i primi soccorsi, e poi verranno portati in Sicilia.
Mario Di Ciommo