Non si fermano le morti nel Mediterraneo. Solo nella giornata di oggi 17 migranti, provenienti dal Nord Africa, sono annegati nel tentativo di raggiungere le coste della Spagna. A riferirlo è stato il soccorso marittimo di Madrid.
Le vittime si trovavano su diverse imbarcazioni e facevano parte di due distinti gruppi. Tredici corpi senza vita sono stati ripescati nel mare di Alboran, mentre altre 80 persone sono state tratte in salvo e successivamente trasferite nella città autonoma di Melilla, al confine con il Marocco. Altri quattro migranti sono invece morti annegati, dopo che il gommone su cui si trovavano è finito su una scogliera a ovest dello stretto di Gibilterra. Ventidue sono stati i sopravvissuti.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, dall’inizio del 2018 oltre 2160 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa passando per il Mediterraneo.
Inoltre secondo il report dell’Oim, ovvero l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, solo nel mese di ottobre sono sbarcati in Spagna 10mila migranti, un record negli ultimi dieci anni. Il dato testimonia un cambio nella rotta migratoria, che vede ora nella Spagna la destinazione principale.
L’ultima tragedia è avvenuta proprio nel giorno in cui Dunja Mijatovic, commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, ha reso nota la relazione relativa al sopralluogo avvenuto in giugno, sulle condizioni di vita nei campi per profughi e migranti delle isole greche dell’Egeo. Nella relazione si legge come le condizioni di vita nei suddetti campi destino “grande preoccupazione”. In particolare a preoccupare sono il sovraffollamento, il difficile accesso a servizi sanitari di prima necessità e le ripetute denunce di violenze sessuali perpetrate anche nei confronti di minori.