Seconda giornata per la terza edizione dei “Mediterranean Dialogues”, la conferenza internazionale che si tiene a Roma tra esponenti governativi, imprenditori, enti e studiosi per discutere di diverse questioni legate al Mediterraneo. L’evento, della durata di tre giorni – e inaugurato alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella – oggi affronterà le tematiche di sicurezza ed economia, ma anche di migrazione.
Sono previsti, infatti, gli interventi del ministro degli Esteri egiziano, Sameh Hassan Shoukry, e dell’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera, Federica Mogherini: il focus sarà sulle alleanze economiche come strumento di crescita e sulla sicurezza condivisa.
Nel pomeriggio il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, presiederà alla firma della dichiarazione congiunta sull’iniziativa “Erasmus nel Mediterraneo”, che pochi giorni fa aveva definito «utile per scommettere sul capitale umano dei giovani e favorire il dialogo per la pace e la sicurezza in questa area». Il documento, secondo la Farnesina, sarà sottoscritto dal ministro degli esteri algerino, Abdelkader Messahel, dal tunisino Khemaies Jhinaoui e dal vicepresidente del Consiglio presidenziale della Libia, Ahmed Maitig.
Sul versante dell’immigrazione, ci sarà un vertice tra Filippo Grandi, l’Alto commissario Onu per i rifugiati, e il sottosegretario agli esteri Mario Giro, oltre ai ministri di Tunisia, Algeria e Niger. Sulla questione, però, ieri si è soffermato anche Alfano, che ha dichiarato: «Inorridiamo quando un barcone affonda nel Mediterraneo, e siamo addolorati quando vediamo le condizioni di alcuni centri di rifugiati. Ma a coloro che hanno fatto lezioni dall’alto, diciamo di fornire aiuti concreti e immediati come sta facendo l’Italia».
Il leader di Alternativa Popolare ha poi aggiunto: «Il nostro Paese non può farsi carico dei flussi dell’intera regione del Mediterraneo centrale». Secondo i dati Istat, però, tra il 2007 e il 2015 il Bel Paese ha visto il maggiore crollo di afflussi di migranti (-67%). Non solo, quindi, sono diminuiti gli ingressi, ma anche coloro che, una volta entrati, decidono di restare in Italia.